"Oggi si conclude con il pieno riconoscimento della mia innocenza e della correttezza del mio agire un iter giudiziario che non avrebbe avuto ragione d'essere" sono le prime parole di Don Ninni Treppiedi.
Dopo ben sette anni di indagini, colpi di scena, il gip del Tribunale di Trapani Emanuele Cersosimo ha messo la parola fine allo scandalo che nel 2011 colpì l'ex direttore amministrativo della Curia di Trapani, ritenuto al centro di un losco giro di soldi spariti alla Diocesi. Poi, rivelazione dopo rivelazione, si è scoperto che in realtà Treppiedi era vittima di una calunnia, e altri guai hanno investito l'ex vescovo di Trapani Miccichè.
Proprio contro l'archiviazione dell'indagine si era opposto mons. Micciché, difeso dall'avvocato Marco Caputo.
"Ringrazio Dio e la Madonna dei Miracoli - aggiunge Treppiedi - , a cui da sempre sono molto devoto, per avermi sorretto in questo calvario. Un ringraziamento rivolgo ai miei familiari, al vescovo S. E. Fragnelli, al mio legale avv. Vito Galluffo e a coloro che mi hanno sostenuto con la loro vicinanza e la loro preghiera. Cristianamente perdono chi mi perseguitato, affidando alla misericordia di Dio il giudizio ultimo su queste tristi vicende su cui la magistratura ha oggi posto la sua ultima parola. Adesso, con fiducia nel Signore, riprendiamo il cammino interrotto".
Miccichè ha dunque denunciato Treppiedi per nascondere ciò che, secondo l'accusa, stava combinando lui. Per Treppiedi è stato un calvario: è stato accusato di appropriazione indebita, calunnia, stalking, tentata estorsione. Sei le querele di Miccichè, che sospese " a divinis" Treppiedi, che fino ad un attimo prima era il suo braccio destro. Per ricostruire tutto la Procura di Trapani ha dovuto chiedere anche carte in Vaticano per capire se era vero che Treppiedi aveva rubato soldi alla Curia trapanese, vendendo immobili e intascando i proventi. Ma già nel 2012 arrivò per Miccichè un primo verdetto: la rimozione da Vescovo di Trapani, dopo le indagini interne alla Chiesa portate avanti dal "visitatore apostolico", l'ispettore, insomma, il vicino di Diocesi, Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara.
Con don Treppiedi l'archiviazione ha anche riguardato Antonina Aprile, Aldo Mirabile, Giuseppe Cottone, Luigi De Blasi, Antonina Cammisa, Filomena Cavarretta e Vincenzo Basiricò. Prima era stata già archiviata la posizione dei due giornalisti autori dello scoop, Gianfranco Criscenti e Giuseppe Pipitone.