La Procura di Trapani ha emesso un decreto di fermo a carico dei due migranti sbarcati due giorni fa dalla nave Diciotti - Bichara Tijani Ibrahim Mirghani e Ibrahim Amid - finora indagati a piede libero per violenza privata. Nelle immagini qui accanto potete vedere il provvedimento di fermo.
Le indagini hanno accertato il loro ruolo nell'aggressione subita dall'equipaggio della nave Vos Thalassa che li aveva soccorsi, e i magistrati hanno deciso di modificare le accuse contestando i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e concorso in favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I due però non sarebbero gli scafisti.
Dal ministro dell'Interno Matteo Salvini via social arriva un commento alla notizia: l'ha definita "buona notizia", insieme a quella che Francia e Malta accoglieranno 100 (50 a testa) dei 450 immigrati che sono al momento al largo di Pozzallo su due unita' militari
Soccorsi dal rimorchiatore olandese nel mare libico insieme agli altri migranti con cui viaggiavano verso la Sicilia i due, un sudanese e un ghanese, avrebbero aggredito alcuni membri dell'equipaggio temendo di essere riportati indietro in Libia. L'episodio, denunciato dalla Vos Thalassa, ha determinato l'intervento della Guardia Costiera che ha preso a bordo tutti i profughi salvati dal rimorchiatore.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva chiesto un intervento della magistratura e l'arresto dei responsabili dell'aggressione. La Diciotti con a bordo i migranti per ore è rimasta davanti al porto di Trapani in attesa dell'autorizzazione all'attracco, e solo l'intervento del Capo dello Stato Sergio Mattarella aveva sbloccato la situazione.
Pare che il fermo sia motivato dal fatto che i due avrebbero costretto il comandante del rimorchiatore olandese a fare rotta verso l'Italia consentendo così ai profughi salvati in mare di raggiungere le coste siciliane.
Si aggrava la posizione dei due giovani migranti indagati per i tafferugli sulla nave Vos Thalassa, sbarcati due giorni fa dalla Nave Diciotti a Trapani. Il sudanese e il ghanese sono stati fermati dalla Procura di Trapani. Adesso non sono più accusati di violenza privata in concorso ma devono rispondere anche di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale aggravata e continuata. I due sono anche accusati di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I due, si legge nell’atto di accusa della Procura di Trapani, "in concorso tra loro e con altre persone in numero complessivo maggiore di dieci allo stato non compiutamente identificate, usavano violenza e minaccia per opporsi al marinaio di guardia, al primo ufficiale, e al Comandante della Vos Thalassa Corneliu Dobrescu, mentre compivano un atto di ufficio e di servizio, quindi, usavano violenza e minaccia per costringere il comandante a compiere un atto contrario ai propri doveri o, comunque, per influire su di lui".
In particolare, "dopo che il rimorchiatore Vos Thalassa (al cui comando vi era Corneliu Dobrescu) aveva proceduto al soccorso in area SAR Libica di 67 migranti di diversa nazionalità dandone comunicazione ad MRCC Roma che, a sua volta, interessava la Guardia Costiera Libica (competente in relazione alla zona SAR all’interno della quale era stato effettuato il soccorso) riservandosi di indicare ulteriori istruzioni e, dopo aver ricevuto direttive da parte della Guardia Costiera Libica di dirigersi verso le coste africane al fine di effettuare il trasbordo dei migranti su una motovedetta libica, gli indagati - unitamente ad altri soggetti allo stato non compiutamente identificati - dapprima accerchiavano, spintonavano, minacciavano ripetutamente di morte (mimando al contempo il gesto di tagliargli la gola e di gettarlo in mare) il marinaio di guardia al quale facevano notare che il rimorchiatore stava facendo rotta verso la Libia, quindi, reiteravano tale contegno violento e minaccioso nei riguardi del Primo Ufficiale", scrivono i pm di Trapani nel decreto di fermo.
"Tali reiterate condotte costringevano il Comandante dapprima ad invertire la rotta e fare ritorno presso il punto di soccorso, quindi a richiedere con urgenza l’intervento delle autorità italiane onde evitare l’incontro con motovedette libiche e scongiurare la situazione di grave pericolo e, da ultimo, a fare senz’altro rotta verso nord (cioè verso le coste italiane) onde ricevere i soccorsi della nave militare Diciotti - spiegano i magistrati guidati da Alfredo Morvillo - Con l’aggravante dell’aver commesso il fatto in un numero superiore a dieci. A bordo del rimorchiatore Vos Thalassa (battente bandiera italiana), la notte tra l’8 ed il 9 luglio 2018".