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20/07/2018 06:00:00

Il "nuovo" Giardino del Balio di Erice. C'è qualcosa che non va

 C’è qualcosa che non va nei lavori di sistemazione del giardino del Balio di Erice. C’è qualcosa che stona con la “architettura” originale del giardino. Lo dice l’architetto Pietro Pedone, che è dirigente del settore Abusivismo Edilizio e Verde pubblico del Comune di Erice. Ma soprattutto è un esperto paesaggista e specializzato in architettura di giardini.

Parliamo di un giardino storico, pensato l'indomani dell'Unità d'Italia, quando il neonato Stato unitario fondava la propria immagine anche sul concetto di piazze, parchi, giardini. Era l'ottocento, e un giardino con diverse specie vegetali ben coniugate tra loro era sintesi di grandezza. 

Ora le cose sono diverse, e non è sempre facile trovare un giardino curato e ben architettato. Lo sa bene Pietro Pedone che ha notato qualcosa che non torna nei lavori al giardino del Balio. 


I lavori sono stati affidati dall’amministrazione Toscano alla Fondazione Erice Arte. Pedone, con una nota inviata al direttore della Fondazione, contesta la scelta delle piante e ha chiesto l’accesso agli atti di gara. In particolare il paesaggista ha notato che è stata piantata una specie di Bosso diversa da quella d’origine. Si tratta di una pianta che fa da cornice alle aiuole e alle spiepi. l’originale Buxus balearica Lam veniva utilizzata tipicamente nei giardini ottocenteschi, quello piantato adesso è un Buxus diverso. Lo si nota dal colore più pallido e dalla foglia più larga. Piccolezze, si direbbe. Ma nell’architettura di un giardino anche la minima differenza può cambiare la conformazione del paesaggio, l'equilibrio cromatico, e influire sulle altre specie vegetali presenti.

L’attenzione di Pedone al giardino del Balio non è nuova, e queste contestazioni non sono un capriccio. Già anni fa intervenne varie volte su quel giardino. In particolare c’è un suo articolo del 2012 pubblicato su Architetti Trapani, una bella rivista che purtroppo non viene più pubblicata.

Sono importanti alcuni passaggi che fa Pedone in quell’articolo (che potete leggere integralmente qui). Pedone fa un excursus storico sui primi passi dell'Unità d'Italia, e come in quel periodo il disegno urbano verde assumeva un immagine importante dello Stato italiano.

In questa prospettiva credo che dovrebbe essere inquadrato il Gioiello Verde di Erice, Bosco dei Runzi e Giardino del Balio, realizzato per il popolo dal bolognese Conte Agostino Sieri Piepoli insieme al bosco mesofilo (bosco misto) dei Runzi. Tra il Giardino ed il Bosco si erge la Torretta Piepoli, un castelletto in stile arabo-normanno, quasi un edificio guardiano nei rapporti tra Natura e Artificio. L’impianto formale del Giardino è, diciamo, all’inglese ma il Conte vi introduce simbologie egizio-alessandrine che sembrano rifarsi al mito di Iside (Amore), a quello di Venere e Apollo (Sole). L’utilizzo dell’obelisco per la commemorazione dei caduti, sembra addirittura riferirsi alla Tradizione egiziana di Akenaton o riprendere i segni del dio egizio AmonRa, spesso rappresentato nella forma di Falco. Lo spazio del Giardino del Balio è un progressivo cammino tortuoso tra siepi di bosso (la vita) verso la scoperta della luce (dell’est), ed in quella direzione viene collocata la stanza rettangolare degli illustri ericini.

Un giardino che ha anche un qualcosa di mistico e religioso.

 

Insomma sembra che Erice sia stato e forse lo è ancora luogo di antichi “incontri”… tra LIBERTÀ nella FEDE REPUBBLICANA (o forse oggi la fede nel libertismo e/o nel libero arbitrio) e la LIBERTÀ nella sicura FEDE C ATTOLICA. Sorprendente è ora la scoperta (avvenuta nel 2004), se inserita in questo cano vaccio degno di un vero e proprio romanzo , di un endemismo rupicolo tutto ericino (il Fiordaliso o La Centaurea erycina), identificato e descritto geneticamente dal Presidente della Società Botanica Italiana, Prof. Francesco Maria Raimondo (Unipa), nella sella naturale o pseudponaturale che unisce il Giardino del Balio con il Castello di Venere. Sembra, infatti, che la realtà scientifica e la Scienza Geobotanica abbiano voluto tributare con questa singolare ed importante scoperta internazionale un particolarissimo omaggio alla figura femminile (Venere e Maria Immacolata insieme) dato che la pian - ta del genere Centaurea (il Fiordaliso) compa - re nel quadro della NASCITA DI VENERE di Botticelli come simbolo della santa inter - cessione femminile che consente all’Uomo di salvarsi in Cristo

 


Adesso qualcosa rischia di perdersi in quell’equilibrio perfetto trovato tempo fa e descritto da Pedone.
Il primo intervento al giardino del Balio ha visto la sostituzione di 700 buxus, la collocazione di 20 piante acquatiche, 50 agapanthus, 70 tulbaghie, nonchè la riparazione dell’impianto di irrigazione e la potatura delle siepi. Un intervento importante, che però avrebbe qualcosa che non va, e che, secondo Pedone, rischia di ibridare l’unicità delle specie vegetali presenti. Nonchè di intaccare la storia di quel giardino.