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26/07/2018 06:00:00

Sicilia. Disabili, Musumeci ha fatto una nuova legge. Faraone e lo sciopero a staffetta

 E' durato nove giorni lo sciopero della fame di Davide Faraone, senatore del PD, per rivendicare il riconoscimento dei diritti spettanti per legge ai disabili.


Nove giorni, in cui Faraone ha ribadito, casomai ce ne fosse bisogno, che si trattava, ieri come oggi, di una battaglia apartitica, che dovrebbe coinvolgere tante persone possibili e riuscire a smuovere le coscienze dormienti di chi non ha tra i familiari un disabile.
Ha stoppato la protesta non violenta solo quando, oltre al pagamento da parte delle ASP dei mesi arretrati ai disabili, c'è stata la firma del decreto da parte del presidente della Regione Nello Musumeci, con il quale si sbloccano le altre somme.
In verità lo sciopero non è terminato, i deputati nazionali dem scioperano in staffetta, mostrando un segno di condivisione della protesta.
Il sussidio che spetta ai disabili gravissimi è un assegno mensile di 1500 euro.


Il decreto firmato da Musumeci è stato tramesso alla VI Commissione ARS per il parere e si normerà l'accesso ai fondi destinati ai disabili. Ci sarà poi bisogno di un decreto interassessoriale, assessorato della Famiglia e Politiche Sociali, della Salute, e dell'Economia per stabilire, ogni anno, le modalità di attribuzione ed erogazione dell'assegno.
Verrebbe da scrivere e lo facciamo: Burocrazia 10 - Disabili 0.
Vince la complicanza, vincono le carte, i tempi, la burocrazia, l'iter che pone in essere un altro iter che produrrà effetti chissà quando.
Si è perso di vista il fatto che i disabili non sono soprammobili, non possono attendere né intraprendere una strada tortuosa e confusa.
Normare di anno in anno l'erogazione di un assegno mensile per il riconoscimento di un diritto pone dei dubbi sul concetto di disabilità che questo governo regionale intende portare avanti.


Il decreto prevede una distinzione tra Patto di Cura e Patto di Servizio, il primo accessibile ai disabili gravissimi, il secondo ai disabili gravi. Non c'è alcuna certezza riguardo all'importo erogabile che potrà variare di anno in anno, viene inserito anche il parametro Isee: deve essere inferiore ai 25 mila euro, qualora fosse superiore ci sarà un decurtamento del 30% sull'erogazione spettante.
La novità sta proprio qui, la Regione ha introdotto il parametro Isee familiare mentre la legge nazionale prevede che il disabile maggiorenne abbia un Isee personale. Nel decreto non c'è nessuna differenziazione.


La chicca di questo decreto è dato dal metodo di accesso ai fondi, i disabili gravissimi dovrebbero inviare la richiesta al PUA o al Comune che a sua volta la invia al PUA ( se nel frattempo non si è persa su qualche scrivania).
Cosa sono i PUA? Punto Unico di Accesso, la domanda è: esistono in Sicilia?
I disabili gravi dovranno fare la loro richiesta al Distretto Socio Sanitario, poi il decreto Musumeci scopre un'altra disabilità: quella psichica che dovrebbe rientrare tra quella grave o gravissima. Nel decreto è indicata come un altro tipo di disabilità.
L'ammontare dell'assegno non è certo ma variabile di anno in anno, e sempre ogni anno il disabile grave o gravissimo dovrà firmare il Patto di Servizio o il Patto di Cura, come se le condizioni di un malato di questo tipo potessero mutare. Le erogazioni potrebbero non essere più mensili, questo non è specificato nel decreto dove si legge che le erogazioni avverranno con stanziamenti ogni tre mesi. A completare la ciliegina è dato dal fatto che chi non ha un familiare che si prende cura del disabile dovrà accettare solo i servizi.

E allora è vero che di disabilità in Sicilia, ancora oggi, si può morire. Stretti al cappio della burocrazia, delle carte e alla condanna di una condizione umana dalla quale non di certo si uscirà l'anno successivo.
Non c'è il rispetto per chi la condizione di disabilità la vive e per le famiglie che assistono i malati in condizioni spesso precarie, che non delimitano il perimetro della autonomia di vita.
Lo ha dichiarato Faraone :“C’è dentro l’idea che dalla disabilità si possa uscire improvvisamente da un giorno all’altro. I disabili precari così come li ha pensati il presidente della Regione, saranno alle prese con le proroghe, perché in barba a misure che dovrebbero essere strutturali, certe, come gli stipendi dei parlamentari che certamente non cambiano di anno in anno, nel decreto si introduce la proroga, strumento simbolo del precariato siciliano. Cosicché ogni anno i disabili dovranno firmare i patti di cura e di servizio, carte su carte, ufficio dopo ufficio per continuare ad accedere ad un diritto. Una via Crucis piena di ostacoli normativi e cavilli disumani”.
E se è vero che ci si imbatte nella fredda realtà dei numeri è anche vero che i disabili non possono essere numeri, non possono essere elenchi su cui puntellare nulla. Ci sono visi, famiglie, storie di sofferenza, di rinunce, fragilità destinate a rimanere tali.


Questa battaglia dovrebbe essere la battaglia di tutti i cittadini siciliani, al di fuori di etichette e bandierine di partito.
E' una battaglia che, invece, Faraone sta facendo insieme ai suoi colleghi di partito al Parlamento nazionale, i deputati regionali dem (siciliani) non hanno detto una parola, non un cenno.
Del resto loro parlano solo di questioni interne ad un partito che non c'è più, perchè lo hanno distrutto sui propri territori di riferimento, parlano di cose di cui alla gente non gliene frega nulla.
Un decreto che riguarda la disabilità non può non essere scritto ascoltando tutte le parti in causa, sarebbe stato un gesto di apertura e di condivisione.
Questo decreto – dice Faraone - ci riporta indietro dal punto di vista culturale e certifica la distanza tra certa politica e le persone fragili, va superato e riscritto con tutte le associazioni che si occupano di disabilità in Sicilia. Per questo faccio appello a tutti i componenti della VI Commissione dell’Ars, a tutti i deputati di ogni colore politico per riscriverlo avendo come stella polare i diritti degli ultimi”.
Non si tratta solamente di disabilità, si tratta di sensibilità e quella dovrebbe essere il pre requisito per fare politica.
Intanto i componenti dell'associazione “Siamo handicappati no cretini” hanno chiesto di essere uditi in Commissione Salute.