Un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti potrebbe nascere a Marsala. E’ il progetto che si sta discutendo in consiglio comunale e presentato dalla Asa Group srl. Una società che ha sede a Marsala, e che punta a realizzare un centro di trasformazione dei rifiuti in combustibile. Ma le cose potrebbero andare per le lunghe, perchè c’è molto da chiarire, e il consiglio comunale potrebbe impantanarsi in un nuovo caso Sarco.
E’ arrivato qualche giorno fa in aula un malloppo fatto di progetti, pareri, studi. I consiglieri sono andati nel panico, perchè entro il 25 dovevano dare un parere. Si tratta del progetto della Asa Group srl, una società di Marsala, che si occupa di trattamento rifiuti e servizi ambientali, da statuto.
Si tratta di un impianto di trattamento dei rifiuti sia indifferenziato che carta, metallo e plastica, da realizzarsi in contrada Parecchiate-Giacatello. Ci troviamo nell’aperta campagna tra Marsala e Salemi, poco distante da dove sorgeva la discarica di Buttagane. Il progetto è al momento al vaglio della conferenza di servizi con Regione, Genio Civile, e tutti gli altri enti preposto. Ma manca un passaggio fondamentale. Una voce decisiva. E’ quella del consiglio comunale di Marsala, che deve decidere sulla richiesta di variante urbanistica. Perchè quell’area è ad uso agricolo, sostanzialmente. Allora il consiglio comunale è stato interpellato, a pochi giorni prima dalla riunione della conferenza di servizi, per dare l’ok alla variante. Una procedura che non era messa in calendario. Ma il 19 luglio scorso è arrivata la richiesta di variante, in vista della conferenza di servizi che sarebbe stata il 25. Troppa fretta, i consiglieri sono andati in allarme. Allora hanno deciso di non decidere. “Non potevamo decidere su un atto così delicato senza esaminare con calma il progetto”, ha detto il presidente della commissione urbanistica Angelo Di Girolamo. La conferenza di servizi è stata slittata a settembre, e ci sarà tempo, sotto l’ombrellone, per i consiglieri comunale per pensare e studiare il progetto.
UN ALTRO CASO SARCO?
La faccenda è simile a quella della Sarco, la ditta che si occupa di trattamento del vetro, che aveva chiesto una variante per lo stoccaggio di rifiuti e che, dopo tante peripezie, ricorsi al tar, non è stata concessa dal consiglio comunale. “Non prevediamo un esito simile, sul progetto della Sarco entrava in gioco il fatto che si trova in prossimità di una zona Sic Zps e accanto ha il canile comunale, questo impianto dovrebbe sorgere in una zona isolata, sarà più semplice, ma dobbiamo comunque studiare le carte”, aggiunge Di Girolamo.
LE POLEMICHE
Certo è che il progetto dell’Asa fa storcere il naso a diversi consiglieri. Come Michele Gandolfo che ha chiesto chiarimenti su altri eventuali impianti che si andranno a realizzare, ribadendo l'opportunità di ascoltare in Aula la volontà politica dell'Amministrazione. O Pino Milazzo che vuole capire “se si vuole fare di Marsala una grande discarica”. Di colpevole superficialità nel cambiare l'assetto territoriale, con la trattazione dell'atto in esame, ha parlato il consigliere Daniele Nuccio.
IL PROGETTO, L’ASA E I DUBBI DELLA REGIONE
Del progetto definitivo e della società che vuole realizzarlo al momento si sa poco. Si sa che l’impianto verrebbe a costare oltre 14 milioni di euro. Non proprio una cifra da poco per una società, l’Asa Group amministrata dall’architetto Maurizio Onofrio Di Stefano, che ha un capitale sociale di poco più di 10 mila euro. Che la sua richiesta di iscrizione nella white liste delle imprese “antimafia” in Prefettura è in fase di istruttoria. Si sa che l’impianto raccoglierebbe rifiuti non pericolosi per la trasformazione e il riutilizzo. Ogni anno arriverebbero 30 mila tonnellate di rifiuti, 15 mila di indifferenziato, e 15 mila tra carta, plastica e ferro. All'interno ci dovrà essere una discarica per uso di servizio, dove verrebbero interrati i rifiuti dei rifiuti. Ossia quelle parti non riutilizzabili dopo il trattamento. In tutto l'impianto dovrebbe occupare un'area di 62 mila metri quadrati. Dal trattamento dei rifiuti differenziati si prevede di ottenere carta e cartone, plastica, ferro, alluminio, vetro, altre frazioni. Dal trattamento dell'indifferenziato invece si ricaverebbe combustibile, metalli ferrosi, metalli non ferrosi, plastica e gomma.
Il primo progetto è stato presentato alla Regione circa 2 anni fa, con la società che chiedeva se quel progetto necessitasse della Valutazione di Impatto Ambientale.
Dall’assessorato Territorio e Ambiente rilevano alcune cose sul progetto originale. Ad esempio “il progetto proposto presenta grandi discrepanze e dati contrastanti e, al fine di minimizzare l'impatto ambientale è indispensabile acquisire un approfondito studio sugli interventi progettuali proposti alla luce anche degli altri interventi in itinere o autorizzati o in fase di realizzazione sull'intero territorio cointeressato”.
Tra le altre cose si sottolineava che non era specificato come sarebbe stata preservata la falda acquifera, ad un metro di profondità nella zona dove dovrebbe sorgere la piccola discarica per uso interno. Poi c’erano discrepanze di costi e nei documenti presentati.
Pare che poi l’Asa abbia aggiustato il tiro, facendo degli accorgimenti. In commissione è infatti arrivato un progetto diverso, dice Angelo Di Girolamo, più ordinato. Ma è tutto da vagliare. Anche perchè c'è un altro progetto che interesserebbe quella stessa zona, e molto simile a quello dell'Asa. Solo che questo progetto non ha avuto il carattere "d'urgenza" di quello dell'Asa. Perchè? La differenza ha fatto grattare il mento a molti in consiglio comunale.