Da anni, ormai, nei mesi di luglio e agosto si assiste all’emergenza alga tossica nei nostri mari. Non è un caso che ciò si verifichi in questi mesi, ma è opportuno prestare attenzione e rispettare i divieti di balneazione che vengono emessi dalle amministrazioni comunali.
È notizia di ieri mattina che il precedente divieto di balneazione nella spiaggia della Tonnara Tipa di Trapani è stato revocato, dopo le verifiche da parte dell’ARPA. Tuttavia, i fruitori di questo tratto di costa nonostante il divieto, e forse non consci dei rischi per la salute a causa dell’inalazione delle tossine prodotte dalla Ostreopsis Ovata, hanno deciso comunque di frequentare quella spiaggia. La Ostreopsis Ovata è un’alga microscopica, date le sue dimensioni viene comunemente definita alga invisibile, ed è presente nel Mar Mediterraneo dalla fine dello scorso secolo. È un’alga di origine tropicale che ha trovato nel mediterraneo un ecosistema congeniale alla sua proliferazione. I picchi di concentrazione di quest’alga si hanno, appunto, nei mesi estivi in cui la temperatura dell’acqua è superiore ai 25° C. La preoccupazione sanitaria, per la crescente distribuzione di Ostreopsis, è motivata dalla sua potenziale tossicità, essendo la microalga capace di produrre biotossine marine, denominate genericamente palitossine.
Le attività di balneazione, in presenza di fioriture di Ostreopsis ovata, possono indurre effetti avversi nella popolazione attraverso tre vie di esposizione: cutanea, inalatoria e orale. Gli effetti negativi per la salute umana a seguito di inalazione/contatto diretto, sono caratterizzati da sindrome simil-influenzale in particolare da: 1) febbre oltre i 38°C, 2) faringite, 3) tosse, 4) disturbi respiratori, 5) cefalea, 6) nausea, 7) raffreddore, 8) congiuntivite, 9)vomito, 10) dermatite. Sono maggiormente interessate dalla presenza di quest’alga tossica le zone costiere rocciose e zone in cui vi è scarso idrodinamismo, ad esempio in luoghi retrostanti barriere frangiflutti.
Nella provincia di Trapani sono cinque i tratti di mare in cui periodicamente, nei mesi estivi, vengono effettuati i monitoraggi da parte dell’ARPA: Capo Lilibeo (Marsala), Lungomare Dante Alighieri (Trapani), San Giuliano (Erice), Cala Billeci (San Vito Lo Capo) e Lungomare San Vito (Mazara del Vallo). Ma le attività di monitoraggio da sole non possono essere considerate sufficienti per la gestione di queste problematiche. La frequenza media di un campionamento al mese, non è certamente in grado di intercettare eventuali eventi di contaminazione, che si possono verificare in condizioni circoscritte. Gli eventi di breve durata vengono previsti e comunicati ai cittadini allo scopo di prevenire esposizioni inaccettabili. Come accaduto a Marsala e a Trapani, in cui accertato il superamento della soglia di 10.000 cell/L, precauzionalmente è stata interdetta la balneazione e solo a seguito di verifiche è stato ritirato il divieto.
Diverso è il caso di San Vito Lo Capo in cui il limite era stato superato di ben sette volte (75783) nel periodo 16-31luglio, ma non ne era stata data comunicazione e non era stato emesso un divieto di balneazione.
In ogni caso i tratti costieri interessati dalla presenza di quest’alga tossica, non sono solamente i cinque monitorati dall’ARPA, ma potrebbero essere molti di più. Sono state scelte queste cinque località balneari in base al numero di bagnanti che le frequentano e in base alla conformazione della costa.
I Comuni hanno l’obbligo di informare i cittadini e di attuare tutte le misure di prevenzione per tutelare la loro salute. Non si può pensare esclusivamente al riscontro negativo di una possibile chiusura di un tratto di costa. Nel bilanciamento dei diritti, la salute delle persone surclassa l’interesse economico.