Il crollo del ponte Morandi a Genova e i 43 morti che ha causato, di colpo sembrano aver fatto prendere consapevolezza a Governo, Regioni, Province e Comuni delle condizioni precarie delle nostre infrastrutture, come se non l’avessero mai saputo, come se in questi anni altri ponti non fossero già crollati causando allo stesso modo, morti e feriti.
La portata però della tragedia di Genova sembra aver dato l'input a procedure di verifiche e controlli a tappeto che speriamo diventino realtà e non rimangano solo annunci.
La maggior parte dei ponti italiani hanno più di 50 anni. Sono stati realizzati in cemento armato, a quei i tempi ritenuto quasi eterno. Negli anni '60 non si metteva in conto che il cemento armato si sarebbe degradato col tempo e ormai la sequenza di crolli sta assumendo un carattere di preoccupante regolarità. Decine di migliaia di ponti italiani hanno superato la durata di vita per la quale sono stati progettati.
A rischio c'è un altro ponte progettato da Riccardo Morandi, ad Agrigento, chiuso per timore di crolli dal 2017 e altri due ponti dello stesso progettista si trovano a Firenze e Catanzaro. Ma a rischio in Italia è il 60 per cento dei viadotti. Numeri impressionanti.
La situazione in Sicilia è perfino più preoccupante rispetto al resto del Paese, e anche qui di crolli ce ne sono già stati, per fortuna senza vittime. Proprio questa mattina il presidente della Regione Nello Musumeci, ha convocato un vertice tecnico sullo stato delle infrastrutture e sul pericolo per il dissesto idrogeologico, a cui parteciperanno i responsabili di tutti gli enti che gestiscono strade, ponti e autostrade in Sicilia.
Nel corso della riunione verrà presentato il report del Cas che al momento segnala la necessità di un intervento immediato su 15 punti, tra viadotti e cavalcavia. A questi bisogna aggiungere anche 80 sovrappassi. Ma è un work in progress: “Le squadre sono in giro per acquisire tutte le informazioni necessarie. Di certo bisognerà avviare un’ispezione straordinaria per avere ancora più dettagli sulle necessità di intervento che dovessero emergere”, spiega Salvatore Minaldi, direttore generale del Cas.
Ma vediamo qual è la situazione in provincia di Trapani e nel resto della Sicilia. A preoccupare più di ogni altra infrastruttura gli automobilisti trapanesi è in particolare uno dei viadotti sullo scorrimento veloce Marsala Birgi. Nei giorni scorsi è stato fatto un sopralluogo e la messa in sicurezza uno dei ponti da parte dei vigili del fuoco e il sindaco di Marsala ha annunciato l’inizio dei lavori nel giro di qualche giorno per sistemare, definitivamente, quello in contrada Dara.
Tra i tanti viadotti da verificare, alcuni cittadini hanno segnalato anche quello che si trova all’ingresso di Trapani, lungo la via Marsala. Come si può vedere dalla foto ci sono delle evidenti lesioni e tanto ferro a vista, segno che il cemento si sta sgretolando.
Nei giorni scorsi, il Movimento ProgettiAmo Marsala ha chiesto una verifica di tutte le infrastrutture viarie marsalesi:
“Lo scorso 14/08 nel capoluogo della regione ligure si è verificato un grave episodio a causa del crollo del Ponte Morandi che ha provocato un rilevante numero di morti e feriti, inclusi bambini e adolescenti; un’indagine ci rivela che in meno di due anni in Italia abbiamo già assistito al crollo di ben quattro cavalcavia. Una discussione più ampia sulle cause che hanno compromesso la stabilità di tale infrastruttura non può competere ad una comunità politica presentatasi già come movimento “civico” che dunque muove un’attività di politica locale. Tuttavia ProgettiAmo Marsala non può restare indifferente al richiamo delle responsabilità nei confronti dell’amministrazione e del sindaco che gestiscono la nostra città. Questo movimento è portavoce di una cittadinanza che ha già segnalato in passato la presenza di gravi disagi presso il nostro territorio che in materia di infrastrutture dispone di un cavalcavia situato in Via degli Atleti e di un sottopassaggio in Via Ugdulena.
L’intenzione comune è quella di garantire una sicurezza ai cittadini che di fronte questi gravi episodi tendono a diffidare legittimamente delle istituzioni. D’altronde come recita l’art.13 comma 6 del Codice della Strada “Gli enti proprietari delle strade sono obbligati ad istituire e tenere aggiornati la cartografia, il catasto delle strade e le loro pertinenze secondo le modalità stabilite con apposito decreto”.Questo movimento chiede espressamente alla giunta Di Girolamo un’ispezione urgente presso le opere infrastrutturali che insistono sul nostro territorio già precedentemente citate e che comprendono anche le gallerie dello scorrimento veloce. È possibile immaginare come certe catastrofi potrebbero essere evitate se solo venissero affrontate con una certa prevenzione, in linea con una serie di controlli periodici e diversi sopralluoghi al fine di garantire una viabilità più sicura".
Tra quelli ritenuti poco sicuri c’è sicuramente il viadotto Belice, lungo la Statale 115 che collega Menfi con Castelvetrano e la provincia di Trapani, non è stato mai in condizioni ottimali e la mancanza di manutenzione straordinaria su giunti, cordoli e sui guard rail inadeguati, vengono denunciate da anni.
I ponti Corleone e Oreto a Palermo, presentano da tempo problemi strutturali, ci sono poi quei ponti e viadotti che già hanno avuto dei cedimenti: nel 2014 il viadotto Scorciavacche sulla statale 121 Palermo-Agrigento, inaugurato alla vigilia di Natale e crollato a Capodanno; nel 2013 è crollato il viadotto Verdura sulla statale 115 che collega Agrigento a Sciacca; e come non ricordare il cedimento del viadotto Himera sull’autostrada A19 che collega Palermo e Catania, avvenuto nel 2015 a causa di una frana che spezzò letteralmente in due l’isola.
Come l’intervento a Marsala, è di soli due giorni fa sulla Catania Messina l’intervento dei Vigili del fuoco per l’esecuzione di una serie di verifiche statiche in un viadotto (il numero 15) che attraversa la rete autostradale, poco prima dell’uscita per Giarre. Diversi automobilisti in transito hanno denunciato la caduta di frammenti di intonaco sulle vetture.
Sullo stato di salute di ponti e viadotti in provincia di Siracusa, in particolare sul ponte di Cassibile”, c’è stato l’intervento di Rossana Cannata, Vicepresidente della Commissione regionale antimafia:
“Dopo i recenti tragici fatti di Genova il Governo Regionale si è€ celermente e diligentemente attivato per effettuare un monitoraggio circa gli interventi di manutenzione dei ponti, delle autostrade e della viabilità€ secondaria in Sicilia, visto che già€ giorni fa l’Assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone ha tenuto una preventiva riunione in vista del vertice convocato dal presidente della Regione, Nello Musumeci, il prossimo 31 agosto con i rappresentanti dell’Anas, Cas, della Protezione civile”. A tal proposito ho chiesto al Governo regionale, con precipuo riguardo al ponte di Cassibile, di verificare le condizioni attuali di sicurezza della infrastruttura e quali eventuali iniziative intende intraprendere circa i lavori di consolidamento strutturale del predetto Ponte. Sono trascorsi diversi anni dalla sua riapertura parziale e la 'questione ponte di Cassibile' ritorna oggi più€ che mai attuale. Si tratta di un manufatto di 'importanza storica' dell’era fascista che fino a qualche anno fa, ovvero prima dell’apertura del tratto di autostrada da Siracusa a Rosolini, rappresentava l’unico collegamento fra il nord ed il sud della provincia. Nei fatti, per moltissime situazioni e realtà€, è€ ancora così€. La strada statale 115 rappresenta un importante sfogo per i mezzi, sia agricoli sia civili ei cittadini hanno il diritto di poter viaggiare in tranquillità€ e sicurezza”.
Infine vediamo nello specifico alcuni dei ponti siciliani più importanti e che meritano controlli. Il primo è l’Akragas il viadotto progettato dallo stesso ingegnere Morandi, che collega Agrigento a Porto Empedocle lungo quasi 4 chilometri. E’ chiuso al traffico per cedimenti e pericolo di crolli dal 2017. Il viadotto richiede opere di manutenzione straordinaria con investimenti da 30 milioni di euro. Potrebbe riaprire nel 2021, ma sono in tanti quelli che sostengono che sia meglio la demolizione.
In provincia di Agrigento inoltre c'è il viadotto “Spinola” a Porto Empedocle, già da tempo al centro di denunce sul suo stato di incuria e dipericolosità. Non solo il viadotto Spinola, anche il ponte “Salsetto” è stato oggetto di un sopralluogo che ha mostrato una situazione precaria.
Il Ponte Costanzo, sulla statale 115 tra Ragusa e Modica, quando fu collaudato nel 1984 era il più alto in Italia. Il progetto, anche questo è a firma di Riccardo Morandi. Lungo quasi un chilometro, i lavori per la costruzione iniziarono nel 1975 e si conclusero dopo 10 anni costruito dalla Fratelli Costanzo S.p.A., i famosi costruttori catanesi. Con i suoi 168m d’altezza rimane uno dei ponti più alti d’Europa.
Piccolo e pericoloso il ponte sul fiume Gornalunga sulla la S.P. 74, vicino ai comuni di Belpasso, Motta S. Anastasia, Paternò e Palagonia. Lungo meno di 100 metri, costruito nel 1965, è altamente pericolante per le condizioni in cui versa. Sarebbe chiuso ma i blocchi sono stati rimossi e viene attraversato ugualmente.
L’intera A19 Palermo Catania è considerata la strada più pericolosa della Sicilia. Lo scorso anno sono stati stanziati 50 milioni di euro per i suoi viadotti. Attendiamo l'esito del vertice voluto da Musumeci, vedremo se a breve inizierà questa massiccia operazione di controllo dei ponti siciliani.