Il problema del randagismo non ha mai avuto una soluzione, in vista delle politiche fallimentari che le Amministrazioni di destra e sinistra hanno tenuto.
Sotteso che i cani, sia quelli randagi che i detenuti del canile, non votano si capisce perchè il tema non appassioni, se non per ascoltare gli animalisti che da sempre si battono per le anime abbandonate, sostituendosi alle istituzioni.
Non c'è una politica animalista, non c'è mai stata a livello nazionale e poi a cascata sui vari territori.
Se è difficile reperire fondi per qualunque cosa figurarsi per i cani.
A Marsala si parte con un progetto abbastanza importante che vede una collaborazione fattiva da parte dei cittadini.
L'assessore Anna Maria Angileri ha previsto il contributo economico di 50 euro per chiunque adotterà un cane del canile municipale, sito in contrada Ponte Fiumarella.
Il contributo avrà una durata di tre anni, ha come obiettivo principale quello di trovare casa a delle anime che altrimenti sarebbero costrette a stare tutta la loro vita dietro delle sbarre, senza alcuna possibilità di trovare famiglia.
Le lamentele ci sono state. Chi controllerà i cani? Chi assicurerà che l'animale venga adottato per puro affetto e non per ricavarci l'obolo mensile?
I controlli ci saranno da parte dell'ASP e da parte degli organi preposti, il cane dovrà essere tenuto bene e in salute. Prima dell'adozione si valuterà anche dove il cane andrà a stare.
Insomma, chi pensava di poter fare di un cane una piccola paghetta ha sbagliato indirizzo.
E' anche vero, tuttavia, che possedere un cane ha un costo non indifferente sul bilancio familiare: dai croccantini, alla carne, alle cure mediche, vaccini e antiparassitari. Solo per citarne alcuni. Peraltro i cani presenti al canile di Marsala sono già sterilizzati e castrati, una spesa in meno per chi ha intenzione di adottare.
Si tratta di un piccolo incentivo riconosciuto a quelle famiglie che hanno la sensibilità di aprire la propria casa a chi è meno fortunato. L'iniziativa è già attiva.
Tuttavia, ci aspetta che ci siano altre iniziative atte a contrastare gli abbandoni, con maggiori controlli sul territorio e soprattutto con le incentivazioni alla sterilizzazione, vera piega del randagismo.
Vanno meno bene le cose a Trapani, per il canile che è situato in Contrada Cuddia.
Un canile molto ampio, una struttura che non è mai entrata in funzione e che è stata costruita con dei soldi pubblici ma che rischia di essere vanificata per gli errori del passato.
Giacomo Tranchida, sindaco della città, subito dopo il suo insediamento ha voluto incontrare le associazioni animaliste del territorio proponendo alle stesse la presa in carico del canile attraverso la gestione della struttura.
La sezione provinciale della Lega nazionale del cane non intende accettare alcuna proposta che vada in tal senso. Gli attivisti si sono recati sul posto e dopo un attento sopralluogo hanno constatato le carenze strutturali, oltre al fatto che in prossimità della struttura si trova una centrale elettrica e la discarica di Bonarrea.
Questioni ambientali e di inquinamento che hanno tenuto in allarme i soci della Lega del cane, che li ha fatti propendere per rifiutare qualunque tipo di gestione.
Il disastro dei luoghi, le difformità dal progetto iniziale e la carenza strutturale, nonostante il canile sia costato oltre 4 milioni di euro, ha indotto gli animalisti a depositare un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.
Va oltre la Lega del Cane e si chiede come mai Tranchida, anziché affidare in gestione il canile, non abbia trasmesso tutto all'Autorità Giudiziaria competente?
Antonino Giorgio, presidente provinciale della Lega, mette nero su bianco nell'esposto le domande legittime: Tenuto conto che il sito insiste proprio in prossimità della discarica rifiuti ci chiediamo ma sono stati fatti dei prelievi del sottosuolo al fine di verificare la presenza di sostanze tossiche? Sono stati prelevati campioni per verificare la conformazione geologica del sito? E i Servizi veterinari che hanno dato parere favorevole alla costruzione hanno letto tutta la documentazione relativa al progetto?”.
L'associazione animalista evidenzia anche il fatto che la struttura non è provvista di condotta idrica, questo significherebbe, per una struttura che ha bisogno costante di acqua, che le autobotti dovrebbero fare la spola “con aggravi di costi”.