Si prospettano mesi decisivi per il futuro dell'aeroporto di Trapani Birgi, e soprattutto per l'Airgest, la società che gestisce lo scalo. La fusione con Palermo, un nuovo assetto societario. In attesa che si rilanci l'aeroporto cosa succederà alla società di gestione?
Da qualche giorno è stato pubblicato il bando per la promozione turistica in provincia di Trapani. Detto in parole spicciole è il bando per trovare una o più compagnie aeree in grado di garantire dei voli, e soprattutto un consistente flusso di passeggeri, sull’aeroporto di Trapani-Birgi. Una procedura finanziata dalla Regione Siciliana, per un bando che ha una base di gara di oltre 11 milioni di euro, e che prevede 25 destinazioni, 11 nazionali e 14 internazionali.
Si è arrivati a questo bando dopo mesi di trattative, tira e molla, scontri politici. Ma soprattutto questo bando arriva dopo il precedente, vinto da Ryanair, e impugnato al Tar da Alitalia. Quel bando era stato bocciato dal Tribunale amministrativo e la stagione estiva è andata in fumo, con una perdita di passeggeri, e quindi economica per tutta la provincia di Trapani, arrivata a doppia cifra. Il nuovo bando prevede uno schema già visto, viene comprata la pubblicità, sulla carta, ma in cambio si ottengono tratte da e per il Vincenzo Florio.
Alberto Di Girolamo, sindaco di Marsala, comune capofila della procedura di gara, ha detto che entro la fine dell’anno si avrà il o i vincitori. Non resta che aspettare, e vedere se ci saranno altri ricorsi al Tar.
Bisogna però dire che se c’è stato tutto questo marasma, se ci sono stati pasticci con il bando, il taglio dei voli, la stagione estiva deprimente, buona parte dipende dalla situazione societaria di Airgest, la società che gestisce lo scalo di Trapani-Birgi, di cui la Regione è titolare del 99% delle quote.
La Regione Siciliana evidentemente non può gestire un aeroporto che punta al rilancio e che non può stare a guardare dalla finestra le fortune di Palermo-Punta Raisi.
Allora in autunno si dovrà anche cominciare a pensare come sarà il futuro societario dell’Airgest, una società che da sempre è stata funzionale a giochi di potere della politica trapanese. E se la Regione dovesse continuare ad avere il controllo le cose difficilmente cambieranno. Perchè anche se a guidare l’Airgest c’è un presidente con una lunga - e certificata… - esperienza come Paolo Angius, gli equilibri societari, il futuro dell’aeroporto e del comparto turistico della provincia, dipendono dalla politica regionale.
Da mesi si parla della fusione di Birgi con Palermo, un passaggio quasi obbligatorio stando a come stanno andando le cose a Punta Raisi e come stanno reagendo nella stanza dei bottoni alle lagnanze del Trapanese.
In più da più parti la fusione con Palermo viene vista molto positivamente. Si tratta di un progetto al quale si pensa da tempo, e di cui sono d’accordo tutti i principali attori: dal presidente di Airgest, a Sicindustria, ai deputati regionali, agli operatori del territorio se questo possa portare più stabilità a Birgi. L’impressione è che archiviata la questione bando si comincerà a lavorare per questa fusione. Ci vorranno dei mesi, ma la strada da percorrere è questa. Anche il governo Regionale spinge per la fusione, e il fatto che abbia acconsentito alla ricapitalizzazione - sistemandone i conti - dell’Airgest, con l’apporto di 12,5 milioni di euro, è un indizio più che utile.
Inoltre durante la conferenza stampa di presentazione del bando per i voli era presente l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano. Uno che conosce bene l’aeroporto, e che ha spinto pubblicamente affinchè si procedesse alla fusione con Palermo. Turano ha detto anche un’altra cosa, tirando per la giacchetta i sindaci. Ha invitato i Comuni ad entrare nella compagine societaria dell'Airgest, visto che la società è al 99% della Regione. Questo perchè “potrebbe essere l'ultima volta che la Regione sia disposta a mettere tutti questi soldi” e invita gli operatori turistici a mettere anche loro il proprio impegno.
I Comuni soci dell’Airgest. Ci aveva provato Marsala a comprare delle quote, quando era sindaco Giulia Adamo, quando la struttura societaria era diversa, e le cose andavano meglio, ma poi non se ne fece più nulla.
In sostanza Turano da un lato spinge per la fusione con Palermo, dall’altro per l’ingresso in società dei Comuni. Non sarà certo una passeggiata per i Comuni, e soprattutto per i sindaci che avranno una grossa responsabilità se dovessero entrare in Airgest. La società negli ultimi anni non ha avuto i conti felici (e anche su questo, su di chi fosse la colpa dei conti in rosso, si sono scatenate le ire di tutti). Come detto l’assemblea dei soci, ad inizio estate, ha approvato il bilancio e l’aumento di capitale con la Regione che ha messo 12,5 milioni di euro. I Comuni sarebbero in grado di sostenere eventuali mosse di questo genere? Il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, alla proposta di Turano non si è intimidito e ha detto che ci sta. Gli altri? I prossimi mesi saranno in ogni caso decisivi.
Oggi intanto il cda di Airgest si riunisce per deliberare un altro bando importante. Si tratta della procedura per trovare un direttore generale. Una figura importante, e che è venuta a mancare in Airgest dopo il pasticcio combinato con Massimo Di Perna, assunto e poi liquidato perchè non aveva il titolo di laurea richiesto. Mancava solo questo per mettere un altro po’ di pepe a questa estate di Trapani-Birgi.