Nei giorni scorsi il CAS, Consorzio Autostrade Siciliano, che gestisce le autostrade dell’Isola ha presentato il proprio report sulla situazione sicurezza nel corso del vertice voluto dal presidente Musumeci, incontro avvenuto subito dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.
Nei giorni precedenti, però, al presidente della Regione Nello Musumeci era arrivata un’altra relazione dal vertice del consorzio che ha palesato la situazione drammatica in cui versa l’Ente. E’ stato scritto nero su bianco che la grave situazione debitoria porterà alla liquidazione del Consorzio con la prospettiva certa di perdere la concessione dal Ministero delle Infrastrutture se non ci sarà un intervento del Governo regionale.
La situazione debitoria - La Regione in pratica rischia di ereditare i 700 milioni di euro di passività del Consorzio e assieme a questo enorme debito dovrà farsi carico anche dei 400 dipendenti. Nel report consegnato a Musumeci si legge “nonostante i 4 milioni di euro incassati al mese dai pedaggi, non ci sono i fondi per garantire nemmeno le attività ordinarie e per questo non ci sono più prospettive di riprendersi da questa grave crisi economica". Gli ultimi investimenti fatti dal CAS riguardano gli anticipi dei fondi per alcuni progetti finanziati dall’Europa e spesi per i lavori della Siracusa-Gela. Questi anticipi hanno svuotato le casse dell’Ente e ciò secondo quanto scrive il CAS non permetterebbe più di assicurare la manutenzione straordinaria.
Da anni il CAS non risponde ai rilievi di ANAS e Ministero - Sono 755 le irregolarità segnalate sulle Palermo-Messina e Catania-Messina sulle quali da anni il CAS non dà risposta all’Anas e da circa un anno a questa parte non risponde più nemmeno al Ministero. Nello specifico l’Anas nel 2012 ha segnalato 370 irregolarità, altre 64 nel 2014, 108 nel 2015 e 213 nel 2016. Ecco cosa i due enti pubblici chiedono di verificare: la pavimentazione stradale che non è a norma in diversi tratti, il sistema di deflusso dell’acqua non sicuro in diversi tratti delle due arterie autostradali che potrebbero causare il rischio di allagamenti nel caso di forti piogge. Altre criticità riguardano l’illuminazione insufficiente in tutte le gallerie e nella maggior parte degli svincoli, i guardrail non sicuri, cosa tra l’altro che è comune in tutta l’autostrada messinese e la manutenzione del verde.
Incapacità di fronteggiare le emergenze - L’Anas da sei anni evidenzia tutto questo e altre carenze assieme a quelle strutturali e conferma come il Cas sia ormai incapace di fronteggiare le emergenze della viabilità autostradale anche a seguito di condizioni meteorologiche eccezionali. Altra segnalazione dell’Anas, invece, riguarda la realizzazione di nuove edificazioni ricadenti all’interno delle fasce autostradali, che non non vengono segnalate al concessionario.
Prospettive e possibili soluzioni - L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha annunciato investimenti di 90 milioni di euro ma intanto il rinnovo della concessione ministeriale è messo a rischio proprio dall’incapacità di dare soluzione alle irregolarità rilevate. Le possibili soluzioni potrebbero essere: la liquidazione dell’ente, con il rischio, come detto, di trasferire tutti i debiti in capo alla Regione con annessi dipendenti, quasi 400. Altra via, invece, per cercare di mantenere ancora la gestione nelle mani della Regione, sarebbe quella che stanno tentando lo stesso Musumeci e l’assessore Falcone: trasformare il Cas in una società per azioni e darne la maggioranza all’Anas che ne avrebbe così la gestione. Se ciò non avverrà presto, la liquidazione sarà inevitabile e il passaggio alla gestione dello Stato o dei privati sarà inevitabile.