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26/09/2018 06:00:00

Trapani, il caso del Palazzo Lucatelli/3: finanza "creativa", per salvare l'Ente Luglio

Terza puntata della storia infinita e incredibile del teatro mancato di Trapani, Palazzo Lucatelli.  Che storia è quella che stiamo raccontando? Una storia di un'opera pubblica mai nata, sembrerebbe, come tante altre ne raccontiamo a Trapani. Ma non è così. Palazzo Lucatelli, infatti, non è solo il sogno di un teatro mancato, ma anche l'oggetto di una mega partita di giro. E, come vedete, le cose cambiano...

Riassunto: Palazzo Lucatelli è l’ex ospedale della città, il Comune di Trapani lo acquista con un baratto con l’Azienda Sanitaria Provinciale. Lì Mimmo Fazio, Sindaco di Trapani, nel 2004 decide di realizzare il teatro che in città manca da mezzo secolo. Dà l’incarico ad un architetto di fama, il romano Paolo Rocchi, che redige il progetto, che consiste nello svuotare di fatto il palazzo per ospitare un teatro con una platea prima da 900 posti, successivamente da 600 posti, e un parcheggio Il progetto costa circa 200mila euro, viene presentato in pompa magna alla città. Poi però ci si accorge che nessuno ha chiesto un parere preliminare alla Soprintendenza, che infatti boccia tutto. L’architetto subisce un diktat: rifaccia il progetto e lo faccia approvare. Lui si sente preso dai turchi. La seconda puntata la potete leggere cliccando qui. 

Gli anni passano, le mamme imbiancano. Si va al 2010.

Il sindaco di Trapani Girolamo Fazio e l’ingegnere Eugenio Sardo, vanno avanti con questa idea del teatro, che è secondo alcuni pareri irrealizzabile ed è già costata al Comune oltre 200 mila euro. Il progetto di realizzare il teatro, da più parti viene dichiarato non fattiibile... Il Comune decide lo stesso di continuare nel suo proposito. 

La situazione è un po' imbarazzante. Dovete immaginare il Palazzo Lucatelli come una specie di enorme cetriolo, che gira, gira e gira, e, come nei romanzi di Camilleri, che succede ad un certo punto? "Gira il cetriolo, e va in culo all'ortolano". 

Ed ecco chi è l'ortolano.

Il Comune di Trapani, infatti, decide di vendere Palazzo Lucatelli  all’Ente Luglio Musicale. L’Ente Luglio è l’ente del Comune di Trapani che si occupa di organizzare la stagione lirica, e di altri appuntamenti culturali. L'abbiamo fatta semplice, come definizione. Ma ciò che importa notare è che questa partecipata del Comune in quegli anni versa in una profonda crisi, è una istituzione comunale vicina alla bancarotta. Andiamoci piano e con parole chiare, per capire cosa succede.

Innanzitutto, la situazione. La gestione dell'ente, dal 2002 al 2006 è, secondo una relazione che Tp24.it ha potuto visionare, caratterizzata da "disavanzi regolarmente iscritti nei bilanci d'esercizio di tutte le annualità del periodo in questione", con una "crescente sofferenza di cassa" alla quale si fa fronte in due modi: non pagando alcuni debiti, e facendo alcune operazioni di cassa. Nei bilanci di quegli anni venivano portati tra i residui attivi, crediti difficilmente esigibili, mentre scomparivano alcuni debiti, come ad esempio il mancato pagamento di contributi previdenziali per ben 360.000 euro. Insomma, le cose vanno male, ma si decide di procedere così:  non vengono tagliate le spese. Semplicemente, non vengono pagate. Misure inconcepibili...


L’Ente, pieno di debiti, ha un fondo di 729.000 euro. Soldi che provengono dal Ministero delle Infrastrutture e che sono vincolati, servono per gli investimenti. Non si possono toccare. Ma già due volte il fondo è stato "violato" non già per effettuare spese per investimenti, ma per esigenze di cassa, cioè per pagare i fornitori per un totale di 290.000 euro. Con parte di quei soldi, ad esempio, sono stati pagati i costi della scenografia per la stagione estiva del 2006. 

Il Sindaco Fazio decide allora di utilizzare quei soldi, vincolati, per far fare un investimento per l’Ente Luglio Musicale. E quale? Indovinate un po’: l’Ente Luglio Musicale acquista con 729.000 euro il Palazzo Lucatelli, con la scusa che lì bisogna realizzare il teatro. Anche se il teatro è, carte alla mano, irrealizzabile…

Da questo fondo per gli investimenti negli anni erano stati prelevati circa 291 mila euro. Due prelievi, il primo di circa 91 mila euro e il secondo di 200 mila euro, rispettivamente nel 2005 e nel 2006, vengono autorizzati dal Consiglio di Amministrazione, presieduto da Girolamo Fazio, in quanto Sindaco di Trapani. Il fondo però deve essere reintegrato da questi ammanchi, quando “le condizioni finanziarie dell’Ente avranno la sufficiente disponibilità”, si legge nell’atto autorizzativo. Le casse dell’Ente Luglio negli anni a seguire saranno sempre in rosso. Però questi soldi distratti, in maniera impropria, dal fondo di investimenti, devono spuntare. 

Perchè quindi il Comune ha venduto il Palazzo Lucatelli? In questo modo si è potuto eludere il vincolo del fondo e far ricomparire,  gli ammanchi. Il Comune valuta il palazzo un milione di euro e lo vende all’Ente Luglio Musicale, per un valore di 729.000 euro, pari al 72,9% della proprietà. Il Comune sarà comproprietario dell’immobile per la percentuale rimanente. Al contempo, la Giunta Municipale effettua una dotazione finanziaria straordinaria all’Ente Luglio, per un valore di 720 mila euro.

Sorge un problema, come può il Luglio versare l’intero ammontare del fondo, se ci sono dei consistenti ammanchi?
La soluzione è un pagamento a rate. L’Ente, sotto la guida del Consigliere Delegato Antonio Galfano, versa al Comune una parte dei soldi, perchè compra il palazzo a rate, insomma, e il Comune versa gli stessi soldi, nuovamente all’Ente. Una specie di lavatrice. Che funziona. Perchè i soldi vanno e tornano all'Ente Luglio, in pratica, e non hanno più il vincolo per investimenti e si possono pagare parte dei debiti (che complessivamente ammontano a 1.400.000 euro). Li hanno fatti uscire dal salvadanaio. 

L’edificio secondo quanto scrivono dal Comune era da destinare nel carteggio sulla compravendita di Palazzo Lucatelli era da “teatro stabile”. Al Comune di Trapani sanno  che Palazzo Lucatelli non può con questo progetto ospitare un teatro. L’operazione, molto creativa, serve a salvare l’Ente Luglio, ma solo in parte, perché negli anni successivi saranno necessari altre iniezioni di liquidità per pagare i creditori.
Rimane che cosa? Un progetto per un teatro irrealizzabile, un palazzo nobiliare che al Luglio non serve, e che sta cadendo a pezzi, e un fondo per gli investimenti completamente svuotato per pagare i debiti. Senza considerare i 200.000 euro spesi dal Comune per il progetto del teatro.

Ma la storia continua, che vi pare...

Giacomo Di Girolamo

- FINE TERZA PARTE -