Lavoratori senza stipendio da quaranta mesi e una struttura in deficit che rischia di chiudere. A lanciare l'allarme sulla grave situazione dell'Ipab "Giovanni XXIII" la casa di riposo di Marsala che ospita anziani, sono la locale Camera del lavoro e la Funzione pubblica Cgil di Trapani che si sono mobilitate per difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e degli ospiti della struttura.
L'Ipab, in grado di accogliere 120 anziani, ospita al momento 24 e conta su una forza lavoro di 15 dipendenti assunti a tempo indeterminato e 5 lavoratori a tempo determinato che, oltre a non percepire lo stipendio rischiano di perdere il lavoro per la possibile chiusura dell'Ente, che ha una passività di circa 3 milioni di euro.
"Chiudere la struttura - dicono i segretari della Cgil di Marsala Piero Genco e della Fp Cgil di Trapani Vincenzo Milazzo - è impensabile a fronte dell'importante ruolo sociale che l'Ipab svolge a servizio della popolazione anziana e dei posti di lavoro che verrebbero cancellati".
La Cgil e la Funzione pubblica chiedono alle Istituzioni immediate azioni per scongiurare la chiusura del "Giovanni XXIII" e di tutte le Ipab del territorio trapanese.
Intanto si è tenuta nei locali di Palazzo VII Aprile la seduta di insediamento del “Tavolo di crisi sulla Casa di Riposo Giovanni XXIII” istituito nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 19 settembre.
Presenti ai lavori il presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Sturiano, il vicepresidente Arturo Galfano, la presidente della Commissione Politiche sociali Letizia Arcara, il segretario generale Bernardo Triolo, l’assessore alle Politiche Sociali Clara Ruggieri, il consigliere Ginetta Ingrassia nella qualità di capogruppo consiliare, e il responsabile amministrativo del Settore Servizi Sociali Giancarlo Sparla.
È stata sottolineata la situazione estremamente precaria in cui versa la struttura Ipab Giovanni XXIII, per la cui soluzione si è anche in attesa dei percorsi che l’Assemblea Regionale sta ponendo in essere per portare a compimento la riforma delle Ipab a cui sono interessate 152 Ipab siciliane, che corrono il rischio di estinzione a causa dell’impossibilità di assicurare il lavoro ai dipendenti e dell’indebitamento che grava su di loro ammontante a circa 40 milioni di euro.
I partecipanti al “tavolo di crisi” hanno preso atto di questa situazione auspicando che la Regione possa portare a compimento l’iter intrapreso nel più breve tempo possibile. Focalizzando a questo punto la situazione dell’Ipab Giovanni XIII, il tavolo tecnico auspica che si trovi una soluzione adeguata entro sabato 29 settembre, data in cui qualora non si riuscisse a trovare una soluzione alle problematiche immediate, si rischierebbe l’allontanamento presso altre strutture socio-sanitarie dei 24 anziani oggi ricoverati presso la Casa di Riposo, determinandone la chiusura.