Nell’elenco che l’assessorato regionale all’Energia sta passando ai raggi X in questi giorni ci sono anche progetti che hanno ricevuto l’autorizzazione nel 2008 senza che mai una sola pietra sia stata posata per avviarne la realizzazione. Salvo chiedere di volta in volta proroghe per non perdere il diritto a investire.
Sono i casi più evidenti di un fenomeno di ritardo al contrario: non è la burocrazia che rallenta ma l’impresa beneficiaria a restare ferma. E al dipartimento Energia - così come riporta Repubblica - stanno guardando con sospetto a questo fenomeno: ci sono ben 66 autorizzazioni e relative proroghe rilasciate da anni (in alcuni casi sempre alle stesse aziende e per gli stessi progetti) per impianti che avrebbero dovuto già essere completati aumentando la produzione di energia pulita di un terzo rispetto a quanto avviene oggi.
Impianti per energia fotovolatica, eolica e da biomassa che restano sulla carta ma che continuano a occupare spazi virtuali e dal grande valore commerciale: poichè ogni impianto di energia pulita deve immettere la sua produzione nella rete e la rete stessa ha dei limiti di capacità, l’assessorato non può autorizzare nuovi progetti se prima non vengono realizzati questi in stand by. Il tutto perchè, sulla carta, la rete è satura e non può sopportare nuove immissioni. Gli impianti fermi dal 2008 sono quelli della Geo Wind di Catania (doveva nascere a Assoro) e di Siciliacque a Letojanni. E poi, sempre risalente al 2008, un impianto della Energia Pulita srl che dovrebbe sorgere a Butera e per cui vengono chieste continuamente proroghe per l’ultimazione dei lavori.
E poi ci sono aziende che hanno presentato decine di progetti, tutti ancora fermi al palo malgrado autorizzazioni rilasciate fra il 2010 e il 2012. È il caso della Gesi, azienda palermitana che ha ottenuto il via libera per 12 progetti fra il 2010 e il 2011 da realizzare a Enna, Naro, Campobello e Ravanusa e che non sono mai partiti. Tre progetti ha in stand by in Sicilia la torinese Asja Ambiente malgrado un’autorizzazione risalga al 2010.
Le autorizzazioni rimaste nel cassetto valgono almeno 90 milioni all’anno: a tanto ammonta il valore della produzione di energia che produrrebbero se entrassero in funzione. Il sospetto dell’assessorato è che il continuo rinvio dei lavori dipenda dal tentativo di attendere che si apra un mercato favorevole per la vendita delle autorizzazioni. Evento che potrebbe verificarsi a gennaio quando ripartiranno i contributi statali per l’energia pulita. Anche per questo motivo il dipartimento Energia, guidato da Salvatore D’Urso, sta chiedendo al governo di poter revocare le autorizzazioni per progetti non realizzati in modo da liberare spazi per nuove iniziative.