Forse anche in Sicilia ci sarà una regola chiara, una legge che varrà per tutti i comuni per mettere un freno alla nascita indiscriminata di sale da gioco e scommesse, soprattutto nelle vicinanze dei luoghi sensibili.
In un disegno di legge che la commissione Sanità dell'Assemblea Regionale Siciliana dovrà votare è previsto il divieto di aprire sale da gioco e centri scommesse entro 500 metri da scuole, chiese, ospedali, palestre, impianti sportivi, caserme e anche cimiteri. Si tratta di luoghi sensibili che devono essere “protetti” da ogni forma di gioco che può diventare patologico se non d'azzardo. Nel disegno di legge è previsto il divieto anche per bar e tabaccherie di installare slot machine se insistono nelle vicinanze di luoghi sensibili.
E' un disegno di legge che gode del sostegno trasversale di diverse forze politiche, unendo la proposta presentata dai 5 Stelle e quella del presidente della commissione Margherita La Rocca, dell'Udc.
L'idea è quella di ridurre il rischio di ludopatia vietando, appunto, la nascita di sale scommesse e l'installazione di slot nei pressi di luoghi sensibili, tra tutti le scuole.
Chi non rispetterà le regole sarà soggetto a sanzioni molto pesanti. I sindaci però dovranno stare vigili, infatti a loro verranno assegnati maggiori poteri. Ad esempio viene introdotto il vincolo per chi vuole aprire un centro scommesse o sala da gioco di chiedere e ottenere un'autorizzazione al Comune. Una autorizzazione che deve essere rinnovata ogni cinque anni. Ma i sindaci potranno avere anche il potere di imporre, con propria ordinanza, limitazioni orarie per l'apertura delle sale da gioco.
Una legge che è in linea con quanto denunciato da settimane da Tp24.it, con il caso di Marsala, Comune, come tanti altri in Sicilia, in cui nascono come funghi sale gioco e centri scommesse. Nascono come funghi anche in prossimità di scuole. Abbiamo appunto denunciato il caso delle sale scommesse in via Giovanni Falcone, a pochi passi da diversi istituti scolastici.
Su quella via insistono ben quattro istituti scolastici. C’è la scuola Asta, il Liceo Pascasino, il Liceo Scientifico, in più c’è un asilo nido. Proprio accanto al Pascasino si è aperta una nuova sala giochi e centro scommesse. Nasce là dove c’era una cartolibreria. E la cosa è molto significativa del degrado a cui si assiste. Fuori i libri, dentro quote e scommesse.
Ma al di là dell’aspetto emotivo, di una libreria sostituita da un centro scommesse, c’è da chiedersi se sia corretto far nascere una sala scommesse in prossimità di un luogo sensibile, a pochi passi dalle scuole. Tra l’altro quello non è il solo centro scommesse della zona. Ce n’è, infatti, un altro all’inizio di via Falcone, in prossimità della rotatoria che interseca con via del Fante, corso Gramsci e via Messina e Orlando. In poche centinaia di metri ci sono due centri scommesse, in mezzo diversi istituti scolastici.
E’ permesso? In molti Comuni italiani no. Non è permesso aprire centri scommesse e sale giochi in prossimità di scuole. La distanza da rispettare per aprire sale gioco varia da 300 a 500 metri dalle scuole. Ma si tratta di regolamenti comunali. E Marsala? A quanto pare non ha nulla di tutto ciò.
Di recente a Pozzallo, in provincia di Ragusa il sindaco Roberto Ammatuna ha vietato con un’ordinanza l’apertura di nuove sale da gioco, anche per i locali che si trovano a più di 500 metri da luoghi sensibili come scuole e chiese. Nel provvedimento,viene disposto il divieto «in tutto il territorio comunale e sino all’entrata in vigore di apposite disposizioni comunale e/o legislative di regolamentazione della materia», l’apertura di nuove sale da gioco in spazi localizzati «anche oltre 500 metri» dai luoghi sensibili. L’ordinanza dispone inoltre limiti orari per sale e apparecchi: dal 15 settembre al 15 giugno, l’attività sarà permessa dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 23, e dalle 10 alle 23 nei festivi. Nel periodo non scolastico (16 giugno-14 settembre) la raccolta di gioco sarà autorizzata tutti i giorni (festivi compresi) dalle 10 alle 24.
Adesso l'Ars sta studiano una legge per uniformare i divieti in tutti i Comuni siciliani ed evitare che ci siano zone franche, come Marsala.