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10/11/2018 07:22:00

L'ex presidente del Tribunale di Roma usava per se i fondi destinati alla giustizia...

 Due appartamenti, uno a Roma e uno a Terni, sono la parte più consistente del patrimonio sequestrato ieri all’ex presidente del tribunale di Roma, Paolo De Fiore, da parte dei finanzieri del Nucleo tributario. La somma totale, raggiunta anche con i depositi su conti correnti, ammonta a 550mila euro. Lo racconta Il Corriere della Sera. 

Assegni di ricompensa alla sua scorta, elargizioni ai dipendenti del suo ufficio, eventi nella sua abitazione, beneficenza a una onlus e a una parrocchia, carte prepagate intestate a suo nome: il magistrato, oggi in pensione, avrebbe usato per fini personali fondi pubblici destinati alla giustizia. A dirlo è il tribunale di Perugia, dove un anno fa De Fiore ha patteggiato la pena in un processo per peculato da cui origina questa misura disposta dalla corte dei Conti della Capitale. I fatti risalgono al 2010-2011.

Per sostenere la partecipazione del tribunale di Roma al «Salone della giustizia», la fiera, aperta al pubblico, che riunisce ogni anno magistrati, avvocati, imprenditori, forze dell’ordine, De Fiore si era rivolto ad alcuni sponsor — aziende che operano anche nel settore della giustizia con la produzione di strumenti per uso investigativo — e aveva così raccolto 280mila euro per il biennio oggetto delle indagini. Di questi soldi, però, solo la metà sono stati destinati alle due fiere, la prima tenuta a Rimini, la seconda a Roma, al Parco dei Principi. Il resto, i 140mila euro «avanzati» dalle voci di allestimento degli stand, conferenze, viaggi etc, anziché finire nelle disponibilità del tribunale sarebbe stato speso da De Fiore per fini illeciti. I 550mila euro sequestrati ieri sono così il risultato del calcolo fatto dai magistrati contabili che oltre al danno patrimoniale chiedono la restituzione del danno di immagine all’istituzione pubblica e il disservizio arrecato alla stessa.

Come detto, solo per una parte di questi 140mila euro spesi dall’ex presidente si è potuti risalire all’uso che ne è stato fatto. I finanzieri hanno rintracciato gli assegni intestati agli agenti della scorta e le donazioni a una onlus. Altre cifre non quantificabili al dettaglio sono quelle «donate» in contanti ai dipendenti dell’ufficio di presidenza e a una parrocchia. Lo stesso dicasi per la parte caricata su due carte prepagate e usata dall’ex presidente,oggi 81enne, per le spese correnti e per la festa organizzata nella sua abitazione privata, alla quale furono invitati, a mo’ di ringraziamento, anche gli stessi sponsor che avevano foraggiato la partecipazione ai saloni della giustizia.

Una volta in pensione, De Fiore è stato per sette mesi commissario straordinario del Comitato regionale Campania della Lega calcio dilettanti. Nel 2012 il suo nome finì anche in una interrogazione parlamentare che chiedeva all’allora ministro della Giustizia chiarimenti sul presunto coinvolgimento del presidente del tribunale in un’inchiesta per corruzione riguardo a incarichi elargiti senza titolo a consulenti ed avvocati. L’indagine fu archiviata.