Contatti tra alcuni indagati del gruppo di Lineri Mistebianco (Catania) del clan Santapaola e soggetti ritenuti ‘vicini’ al superlatitante Matteo Messina Denaro, tra cui il nipote di quest’ultimo, Francesco Guttadauro, oltre che con persone riconducibili alla ‘famiglia’ camorristica dei Nuvoletta di Marano (Napoli) sono sono emersi nell’ambito dell’inchiesta ‘Revolutionbet 2’ della Procura di Catania su mafia e scommesse online.
Durante l’operazione i carabinieri hanno sequestrato anche armi. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni, in Italia e all’estero, per 70 milioni di euro.
In particolare sono 207 rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nell’Isola di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta; 42 immobili; 36 attività imprenditoriali operanti non solo nel settore del gaming; 24 centri scommesse dislocati tra Messina, Catania e Siracusa e 9 automezzi.
È il 2011 quando le telecamere dei carabinieri filmano un incontro di Francesco Guttadauro, oggi al 41 bis, nipote prediletto della primula rossa Matteo Messina Denaro, con Alfio Saitta ed Emanuele Trippa. I vertici dei carabinieri spiegano che «i due catanesi sono in cerca di referenze per "allungare" gli affari e aprire sale scommesse in Sicilia Occidentale». Ma non c'era solo la famiglia mafiosa di Castelvetrano nel portfolio di relazioni del clan Placenti. Gli investigatori avrebbero documentato contatti e incontri con il clan camorristico Nuvoletta, stanziato a Marano di Napoli, in Campania. Nel corso di una di queste trasferte, culminata poi in un vertice a Giugliano, i catanesi vengono controllati dal commissariato del Comune campano. Gli interlocutori si chiamano tra loro «fratelli». Ma, al di là della fratellanza, chi indaga ritiene che l'abboccamento servisse anche stavolta per espandere gli interessi dei Santapaola nel settore del gaming.