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30/11/2018 06:00:00

Sicilia, la maggioranza di Musumeci vacilla sugli aggiornamenti al Def

 Il governo regionale, presieduto da Nello Musumeci, non ha in Assemblea alcuna maggioranza.
Nelle sedute convocate questa settimana è venuto meno il numero legale e i lavori d'aula sono rimasti bloccati, le opposizioni hanno deciso di giocare di forza abbandonando l'Assemblea prima di votare.
Sono i debiti fuori bilancio che hanno messo in discussione tutto, si è appena arrivati ad approvare la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale.
Sedici sono i deputati di maggioranza che hanno chiesto di procedere con il voto segreto per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio provenienti dall'emissione di alcune sentenze.
A Palazzo d'Orleans lo scontro si è consumato sul ddl delle variazioni di bilancio presentato dal governo regionale, l'ultima data per l'approvazione è il 30 novembre.
In questo ddl ci sono i fondi per il pagamenti degli stipendi ai Pip, personale Esa, ai dipendenti degli Enti Parco.
Lo scontro tra maggioranza e opposizione è sui tempi ristretti di approvazione del ddl ma Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars, ha ricordato che il 12 dicembre la Cassa regionale chiude e quindi non potranno essere effettuati i mandati di pagamento.
L'esame per l'approvazione della legge di variazione non avverrà in otto giorni ma in quattro, entro il 6 di dicembre la commissione di Bilancio dovrà dare il via libera e il giorno successivo l'Ars dovrà approvare il documento.
Duro l'affondo di Giancarlo Cancelleri: "La responsabilità se qualcuno non avrà gli stipendi è solo del governo. Se andate avanti così, siamo pronti ad azioni eclatanti".

Miccichè ha voluto sottolineare che la difficoltà per cui il governo ha presentato con ritardo le variazioni di bilancio è dovuto all' intervento della Corte dei Conti sul Rendiconto: “In conferenza dei capigruppo ho chiesto di accelerare i tempi rispetto agli otto giorni previsti dal regolamento e Pd e Cinque Stelle Stelle si sono limitati ad esprimere il loro dissenso, poi in aula hanno detto di tutto e di più. In ogni caso, se si fosse trattato di una legge 'normale' non avrei fatto alcuna forzatura: in questo caso non posso permettere di lasciare 4.000 persone senza stipendio. Ritengo di avere avuto un comportamento responsabile, corretto e lineare in tutto questo percorso".
Anche Eleonora Lo Curto, capogruppo UDC, indica la posizione dell'opposizione strumentale: “Fuori da questo parlamento c’è una platea di lavoratori che attende solo il rifinanziamento di capitoli di spesa ex lege che garantiscono lo stipendio e il sostegno al reddito di migliaia di famiglie.
Sono orgogliosa della determinazione assunta dal presidente dell’Ars Miccichè che ha inteso comprimere i tempi regolamentare al fine di garantire gli stipendi di quattromila famiglie. Piuttosto che criticarlo, le opposizioni collaborino senza pregiudizi e tatticismi”.
E sulla mancanza di maggioranza ha detto la sua anche Musumeci: “ Questo governo dal primo giorno non ha maggioranza parlamentare. Abbiamo una coalizione e in questa coalizione chi vuol stare ci sta. Se alcuni dei deputati hanno ritenuto di uscire dall’Aula è un problema su cui non posso sindacare”.
Nessun punto verrà fatto per affrontare la questione, nessun vertice di maggioranza: “Serve quando ci sono le maggioranze, quando non ci sono serve il senso di responsabilità singolo e collettivo. E’ chiaro che apprezzo i deputati che vedo spesso in Aula, un pò meno quelli che vedo raramente o solo in campagna elettorale o nel mio studio”.