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06/12/2018 12:12:00

NATALE: CHE TIPO DI FESTA È?

 Buon Natale! Questo è l’augurio che ci facciamo reciprocamente ogni anno verso il 25 dicembre. Ma che significa veramente per noi il Natale? 

Tutti sappiamo che in questo giorno si festeggia la nascita di Gesù Cristo. Ma forse non tutti sappiamo che non si conosce ancora esattamente l’anno e specialmente il giorno di quella nascita, e che i cristiani dei primi tempi non celebravano il Natale; celebravano invece la risurrezione di Gesù, che è il fondamento solido ed essenziale della fede e della speranza in Lui e nella sua opera di salvezza. Ma allora, perché la nascita di Gesù si festeggia il 25 dicembre? 

La risposta innanzitutto ricorda che prima ancora della nascita di Gesù i pagani abitanti nell’impero romano celebravano con grandi festeggiamenti il 25 dicembre, che chiamavano “il giorno del Sole invitto”, cioè non vinto, perché a partire da quei giorni nel nostro emisfero settentrionale il sole ricomincia a crescere e le giornate riprendono ad allungarsi. In quanto festa del sole, quindi della luce, la festeggiavano appunto con molte luminarie - quelle che potevano avere in quei tempi - con pranzi e cene abbondanti e con molti altri elementi festosi.

Come mai allora - torna la domanda - la nascita di Gesù viene festeggiata proprio in quel giorno? La risposta prosegue dicendo che quando il cristianesimo andava sempre più crescendo, alcuni secoli dopo le sue origini, i suoi capi, d’accordo con l’imperatore Costantino, sostituirono ufficialmente la festa pagana del “sole invitto” con una cristiana e la collegarono con la nascita di Gesù - la cui data, ripetiamo, non si sapeva e ancora non si sa - per indicare che proprio la sua venuta nel mondo è quella di un sole molto più grande e luminoso di quello astronomico. Infatti, Gesù stesso ha detto: “Io sono la luce del mondo” (Giov. 8. 12).

Che dire di questa sostituzione? Penso che sia stata buona in quanto con essa si è cercato di non celebrare più una divinità pagana, come era considerato il sole, ma Gesù Cristo, il Figlio di Dio, e in Lui il Padre, che è l’unico vero Dio di tutto e di tutti. Questo certamente è avvenuto ed avviene anche oggi con le celebrazioni religiose del Natale nelle chiese e anche fuori di esse con musiche, canti natalizi molto belli e altre cose festose che non contrastano col suo significato. Purtroppo però nella vita e nei costumi di molta gente il paganesimo, cacciato dalla porta, è rientrato dalla finestra con certi suoi stili e modi celebrativi. Così, anche se nessuno pensa più al “sole invitto” e tutti chiamiamo questa festa il Natale di Gesù, proprio Lui non è sempre e veramente tenuto al centro di essa, cioè al centro dei cuori, delle menti e della vita dei festeggianti. Quindi proprio Colui che si dice di festeggiare è lasciato di fatto ai margini o addirittura fuori di essa. Infatti in essa abbondano molti elementi estranei al suo significato e al suo messaggio evangelico. Mi domando, per esempio: Cosa c’entra con la nascita di Gesù l’inventato e fiabesco Babbo Natale, abbondantemente presentato e mostrato ai bambini, magari accompagnato dalla piacevole musichetta “jingle bell” e coi suoi immaginati doni per essi, mentre a loro si parla poco proprio di Colui che li ama in modo particolare, tanto che ha preso in braccio alcuni di loro e li ha benedetti? Poi ci si dispiace che tanti bambini quando sono cresciuti ricordano più Babbo Natale e la Befana coi loro doni e meno Gesù per l’inestimabile dono di se stesso per la loro salvezza, e lo stimano così poco da non sentire il bisogno di andare in chiesa per ascoltare la sua Parola e ringraziarlo assieme ai credenti in Lui.

Perciò concludo dicendo che certamente è bene festeggiare il Natale con tutti gli elementi festosi e gioiosi che non contrastino col suo significato cristiano e che tutto serva per lodare e ringraziare veramente Colui che è venuto per cercarci e salvarci.

Agostino Garufi.  www.chiesavaldesetrapani.com