18,40 - Ecco i nomi dei soggetti presso le cui abitazioni o studi oggi sono state fatte delle perquisizioni da parte dei Carabinieri, nell'ambito della nuova operazione antimafia per fare terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro, e che ha portato all'arresto, a Mazara del Vallo, del boss Tamburello:
Salvatore ed Epifanio Stellone di Campobello di Mazara, Gioacchino Sorrentino (Marsala), Vincenzo Leone (Castelvetrano), Francesco Verde (Castelvetrano), Luigi Caradonna (Castelvetrano), Aurelio Giardina (Castelvetrano), Giuseppe Oliviero Oliveri (Castelvetrano), Mario Mazzara (Custonaci), Ignazio Chiaramonte (Mazara del Vallo), Giovanni Petralia (Salemi), Diego Angileri (Marsala), Giuseppe Bianco (Santa Ninfa), Francesco Martino (Castelvetrano), Giovanni Como (Castelvetrano), Baldassare Di Gregorio (Mazara del Vallo), Maria Guttadauro (Palermo), Giovanni Lamberta (Mazara del Vallo), Vito Signorello (Castelvetrano), Baldo Triolo (Castelvetrano), Giovanni Vassallo (Mazara del Vallo), Diego Vassallo (Mazara del Vallo).
Vincenzo Leone è un ex deputato socialista. Maria Guttadauro e nipote di Matteo Messina Denaro. Vito Signorello è noto alle cronache, ce ne siamo occupati in diverse occasioni.
Tra gli altri nomi noti: Francesco Martino è stato consigliere comunale a Castelvetrano nel 2014 con l'Udc e poi passato ad Articolo 4. Baldassare Di Gregorio è titolare di un'autofficina di Mazara del Vallo e considerato vicino a Vito Gondola.Baldo Triolo è fratello di Antonino Triolo, già arrestato perché sarebbe l'anello di congiunzione fra Gaspare Como e il reggente della famiglia di Partanna, Nicola Accardo.
Aurelio Giardina è un noto farmacista, storico per vocazione, socio della “Società Siciliana per la Storia Patria” di Palermo, ha partecipato a diverse attività per la valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico di Castelvetrano; ha pubblicato numerosi articoli e saggi di storia siciliana e gli è stato conferito il premio “Città di Castelvetrano” per la cultura.
12,10 - Fa molto rumore a Mazara del Vallo l'arresto, effettuato stamattina nell'ambito di un'operazione antimafia per stringere il cerchio su Matteo Messina Denaro, di Diego Vassallo.
66 anni, Vassallo lavora in un noto supermercato, sul lungomare, accanto la scalinata di Piazza Mokarta, di suo nipote, Vito Vassallo, classe 1983.
Ma il giovane Vito Vassallo è anche assessore alle attività produttive e al commercio della Giunta del Sindaco Nicola Cristaldi.
10,45 - "Matteo non fa un cazzo... non fa un cazzo quello... ". E' una delle intercettazioni dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro, mentre parlano tra loro, di conti in sospeso - un credito di 100.000 euro - senza che nessuno tuteli la "famiglia".
I carabinieri del Ros hanno intercettato per mesi Matteo Tamburello, figlio di Salvatore, il capo del mandamento di Mazara del Vallo morto l'anno scorso. Era diventato il "consigliori" della famiglia, lui è un imprenditore che gestiva una cava di calcarenite e si occupava pure della realizzazione di un parco eolico. Nelle intercettazioni, riferimenti a Messina Denaro.09,15 - Ecco le foto degli arrestati dell'operazione Eris. In manette è finito l’imprenditore Matteo Tamburello, il figlio di Salvatore, il capo del mandamento morto l'anno scorso. Le intercettazioni dei carabinieri dicono che era diventato il “consigliori” del nuovo vertice della famiglia, anche lui con la stessa passione del fantasma, i parchi eolici, ne stava completando uno.
Nel corso delle perquisizioni sono scattati due arresti, per detenzione illegale di armi: in manette, Giovanni Como, fratello di Gaspare, il cognato di Messina Denaro di recente trasferito al 41 bis, e poi l'imprenditore Diego Vassallo, di Mazara.
Detenevano illegalmente due pistole, una Baby Browning calibro 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver calibro 22 con 20 cartucce. Sequestrati computer, telefoni e documenti cartacei che saranno analizzati dagli esperti.
08,50 - Ecco il comunicato stampa inerente l'operazione ERIS eseguita questa notta dai Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani:
Questa mattina, nei comuni di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Custonaci, i Carabinieri del R.O.S.e del Comando Provinciale di Trapanistanno svolgendo delle mirate attività di perquisizione nei confronti di 25 indagati, ritenuti a vario titolo - grazie alle complessive indagini svolte -fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza di MESSINA DENARO Matteo.
L’attività, che vede l’impiego di circa 200 Carabinieri, costituisce un’ulteriorefase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal R.O.S., con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, per la cattura del predetto latitante, mediante il progressivo depotenziamento dei circuiti di riferimento e il depauperamento delle risorse economiche del sodalizio.
Le perquisizioni dei numerosi obiettivi individuati (tra cui abitazioni, proprietà rurali ed esercizi commerciali) hanno già permesso di:
arrestare in flagranza di reato due degli indagati, trovati rispettivamente in possesso di pistole illegalmente detenute (una Baby Browning cal. 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver cal. 22 con 20 cartucce);
sequestrare apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, nonché copiosa documentazione, materiale questo che è già al vaglio dei tecnici e degli analisti del R.O.S. e che potrà fornire spunti utili per il proseguo delle investigazioni.
Contestualmente i Carabinieri operanti hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delittoemesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di TAMBURELLO Matteo, esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.
Al centro di questa indagine sono i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano nel cui alveo sono state documentate qualificate interlocuzioni intrattenute da TAMBURELLO con soggetti riconducibili al reggente del mandamento di Castelvetrano, COMO Gaspare, cognato del latitante Matteo MESSINA DENARO, arrestato sempre dal R.O.S. lo scorso aprile nell’ambito della indagine c.d. “ANNO ZERO”.
Le investigazioni sull’aggregato mafioso mazarese hanno permesso di individuare la fase riorganizzativa degli assetti di vertice, fornendo importanti elementi sulla sua collocazione baricentrica nelle relazioni criminali nella Sicilia occidentale.
Le Indagini SulMandamento Di Mazara Del Vallo
Nell’ambito della manovra sviluppata dal R.O.S. per la ricerca e la cattura del latitante MESSINA DENARO Matteo, nel novembre del 2015, veniva avviata un’attività investigativa sul mandamento di Mazara del Vallo, storica roccaforte ed influente realtà di cosa nostra trapanese.
Tale aggregato mafioso, secondo le risultanzedell’odierna indagine, continua a rappresentare una entità strategica nelle dinamiche criminali d’area.
TAMBURELLO Matteo, figlio del fu Salvatore (già autorevole esponente del mandamento fino al suo decessoavvenuto nell’agosto del 2017), era stato scarcerato nel novembre del 2015 dopo aver scontato la pena per aver diretto, in qualità di reggente, la famiglia mazarese di cosa nostrafino al 2006; alla scarcerazione TAMBURELLO veniva sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in Mazara del Vallo ove aveva ottenuto un’occupazione presso una cava di calcarenite.
Le indagini del R.O.S., condotte anche grazie all’ausilio di mezzi tecnici, svelavano sin da subito che TAMBURELLO, oltre a coordinare le attività all’interno della cava, era di fatto socio occulto dell’attività imprenditoriale in parola che, peraltro, era stata avviata solo grazie a somme di denaro reperite presso terzi esclusivamente in virtù della autorevolezza (mafiosa) di cui godeva TAMBURELLO a Mazara del Vallo.
Il prosieguo delle indagini avrebbe ben presto svelato che TAMBURELLO Matteo aveva nuovamente acquisito un ruolo molto attivo nella locale articolazione mafiosa la cui reggenza tuttavia, come già emerso nell’ambito dell’operazione “ANNO ZERO”, era stata affidata a MESSINA Dario, soggetto con il quale TAMBURELLO ha avuto comunque contatti riservati.
Dalle indagini svolte è emerso inoltre che TAMBURELLO Matteo, in forza della risalente affiliazione a cosa nostra quale membro di una delle più autorevoli famiglie mafiose mazaresi, aveva nuovamente acquisito un ruolo di rilievo che lo portava ad intrattenere incontri riservati con esponenti di primo livello della medesima consorteria.
Tra i soggetti in rapporti con TAMBURELLO meritano di essere segnalati GONDOLA Vito (fu reggente del mandamento mafioso mazarese, deceduto a luglio del 2017),CUTTONE Antonino (storico affiliato alla famiglia mazarese e consigliere economico del fu AGATE Mariano),URSO Raffaele (anche egli arrestato nell’operazione “ANNO ZERO”poiché ritenuto al vertice della famigliamafiosa di Campobello di Mazara), e MESSINA Dario che lo incontrava dopo essersi visto poco prima con COMO Gaspare (cognato di MESSINA DENARO Matteo e all’epoca reggente del mandamento di Castelvetrano).
Per collocare nel giusto contesto la sequenza degli incontri riservati tra Dario MESSINA e Gaspare COMO e tra Dario MESSINA e Matteo TAMBURELLO, è altresì necessario considerare che pochi giorni prima, il 13 luglio 2017, era deceduto Vito GONDOLA, per ultimo sottoposto agli arresti domiciliari per ragioni di salute a causa della sua collocazione al vertice del mandamento mafioso di Mazara del Vallo.
Il sostentamento alle famiglie dei detenuti
Ulteriori elementi a carico di TAMBURELLO Matteo emergevano dalle risultanze delle indagini svolte sul conto di VINCI Fabrizio,imprenditore ritenuto affiliato alla famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, tratto in arresto a maggio del 2017 dal R.O.S. nell’ambito della indagine “VISIR” poiché responsabile di partecipazione ad associazione mafiosa.
Dalle investigazioni emergeva infatti che VINCI aveva sostenuto economicamente TAMBURELLO Matteo quando era detenuto, acquistando da questi un bene strumentale a prezzo fortemente maggiorato.
L’odierno impegno investigativo ha inoltre permesso di dimostrareche il legame tra i due esponenti della medesima consorteria non si è mai interrotto e in tal senso sono stati documentatidiversi incontri avvenuti tra TAMBURELLO e VINCI all’interno della cava di calcarenite di fatto riconducibile allo stesso TAMBURELLO.
Nel pieno rispetto delle regole mafiose sulla assistenza ai detenuti, allorquando il 10 maggio 2017 VINCI veniva tratto in arresto, TAMBURELLO si interessava immediatamente affinché venisse fornito adeguato sostentamento alla famiglia dell’affiliato.
I Profili Economico-Imprenditoriali Delle Attività D’indagine
Le indagini hanno infine permesso di appurare che TAMBURELLO programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese (anch’egli sottoposto a perquisizione dai militari del R.O.S. nell’ambito dell’operazione), cospicui lavori nell’ambito dell’eolico per l’ampliamento di un impianto sito in territorio di Mazara del Vallo, attraverso la palificazione di nuovi aereo generatori.
Tale attività rappresentava per TAMBURELLO l’occasione per poter ripartiree costituiva un vero e proprio programma di infiltrazione mafiosa in uno degli affari più importanti degli ultimi anni sul territorio siciliano ed in particolare trapanese.
08,10 - E' Matteo Tamburello, l'uomo d'onore arrestato all'alba di oggi dai Carabinieri nell'ambito della nuova operazione che cerca di fare terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro.
Imprenditore dell’eolico, Matteo Tamburello, è figlio del boss di Mazara del Vallo Salvatore, morto l’anno scorso, uno dei fedelissimi del superlatitante. Il fermato e’ ritenuto tra u piu’ ascoltati dai vertici della mafia del territorio come emerge dell’operazione “Eris” coordinata dalla Dda di Palermo.
Nel corso delle perquisizioni sono scattati due arresti, per detenzione illegale di armi: in manette, Giovanni Como, fratello di Gaspare, il cognato di Messina Denaro di recente trasferito al 41 bis, e poi l'imprenditore Diego Vassallo, di Mazara.
Ecco cosa scrivono i Carabinieri nel loro comunicato:
TAMBURELLO Matteo, figlio del fu Salvatore (già autorevole esponente del mandamento fino al suo decesso avvenuto nell’agosto del 2017), era stato scarcerato nel novembre del 2015 dopo aver scontato la pena per aver diretto, in qualità di reggente, la famiglia mazarese di cosa nostra fino al 2006; alla scarcerazione TAMBURELLO veniva sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in Mazara del Vallo ove aveva ottenuto un’occupazione presso una cava di calcarenite. Le indagini del R.O.S., condotte anche grazie all’ausilio di mezzi tecnici, svelavano sin da subito che TAMBURELLO, oltre a coordinare le attività all’interno della cava, era di fatto socio occulto dell’attività imprenditoriale in parola che, peraltro, era stata avviata solo grazie a somme di denaro reperite presso terzi esclusivamente in virtù della autorevolezza (mafiosa) di cui godeva TAMBURELLO a Mazara del Vallo. Il prosieguo delle indagini avrebbe ben presto svelato che TAMBURELLO Matteo aveva nuovamente acquisito un ruolo molto attivo nella locale articolazione mafiosa la cui reggenza tuttavia, come già emerso nell’ambito dell’operazione “ANNO ZERO”, era stata affidata a MESSINA Dario, soggetto con il quale TAMBURELLO ha avuto comunque contatti riservati. Dalle indagini svolte è emerso inoltre che TAMBURELLO Matteo, in forza della risalente affiliazione a cosa nostra quale membro di una delle più autorevoli famiglie mafiose mazaresi, aveva nuovamente acquisito un ruolo di rilievo che lo portava ad intrattenere incontri riservati con esponenti di primo livello della medesima consorteria. Tra i soggetti in rapporti con TAMBURELLO meritano di essere segnalati GONDOLA Vito (fu reggente del mandamento mafioso mazarese, deceduto a luglio del 2017),CUTTONE Antonino (storico affiliato alla famiglia mazarese e consigliere economico del fu AGATE Mariano),URSO Raffaele (anche egli arrestato nell’operazione “ANNO ZERO”poiché ritenuto al vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara), e MESSINA Dario che lo incontrava dopo essersi visto poco prima con COMO Gaspare (cognato di MESSINA DENARO Matteo e all’epoca reggente del mandamento di Castelvetrano). Per collocare nel giusto contesto la sequenza degli incontri riservati tra Dario MESSINA e Gaspare COMO e tra Dario MESSINA e Matteo TAMBURELLO, è altresì necessario considerare che pochi giorni prima, il 13 luglio 2017, era deceduto Vito GONDOLA, per ultimo sottoposto agli arresti domiciliari per ragioni di salute a causa della sua collocazione al vertice del mandamento mafioso di Mazara del Vallo.
Il sostentamento alle famiglie dei detenuti Ulteriori elementi a carico di TAMBURELLO Matteo emergevano dalle risultanze delle indagini svolte sul conto di VINCI Fabrizio,imprenditore ritenuto affiliato alla famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, tratto in arresto a maggio del 2017 dal R.O.S. nell’ambito della indagine “VISIR” poiché responsabile di partecipazione ad associazione mafiosa. Dalle investigazioni emergeva infatti che VINCI aveva sostenuto economicamente TAMBURELLO Matteo quando era detenuto, acquistando da questi un bene strumentale a prezzo fortemente maggiorato. L’odierno impegno investigativo ha inoltre permesso di dimostrareche il legame tra i due esponenti della medesima consorteria non si è mai interrotto e in tal senso sono stati documentatidiversi incontri avvenuti tra TAMBURELLO e VINCI all’interno della cava di calcarenite di fatto riconducibile allo stesso TAMBURELLO. Nel pieno rispetto delle regole mafiose sulla assistenza ai detenuti, allorquando il 10 maggio 2017 VINCI veniva tratto in arresto, TAMBURELLO si interessava immediatamente affinché venisse fornito adeguato sostentamento alla famiglia dell’affiliato.
I Profili Economico-Imprenditoriali Delle Attività D’indagine Le indagini hanno infine permesso di appurare che TAMBURELLO programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese (anch’egli sottoposto a perquisizione dai militari del R.O.S. nell’ambito dell’operazione), cospicui lavori nell’ambito dell’eolico per l’ampliamento di un impianto sito in territorio di Mazara del Vallo, attraverso la palificazione di nuovi aereo generatori. Tale attività rappresentava per TAMBURELLO l’occasione per poter ripartiree costituiva un vero e proprio programma di infiltrazione mafiosa in uno degli affari più importanti degli ultimi anni sul territorio siciliano ed in particolare trapanese.
07,10 - Ecco le prime immagini del blitz di questa notte dei Carabinieri alla ricerca di Matteo Messina Denaro. A Castelvetrano perquisite molte abitazioni, su ordine del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Paolo Guido.
Perquisizioni anche a Mazara del Vallo, a Campobello di Mazara, a Salemi, a Santa Ninfa, a Marsala. E pure nel centro di Palermo.
"L’attività, che riguarda i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano, costituisce un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal Ros. - si legge in una nota del comando provinciale dei carabinieri di Trapani- con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, finalizzata alla cattura del boss latitante".
06,30 - Nuovo blitz nella caccia delle Forze dell'Ordine a Matteo Messina Denaro, boss latitante dal 1993. C'è stato un blitz dei Carabinieri all'alba di oggi, con diverse perquisizioni. 25 le persone indagate, mentre un uomo d'onore della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo è stato arrestato. Ecco la nota stampa dei Carabinieri:
Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Trapani, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, stanno effettuando delle perquisizioni nei confronti di 25 indagati ritenuti, a vario titolo, fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza di MESSINA DENARO Matteo.
Contestualmente è stato eseguito il fermo di indiziato di delitto di un esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.
L’attività, che riguarda i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano, costituisce un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal R.O.S., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, finalizzata alla cattura del predetto latitante.