La rivolta contro la "legge Salvini", ovvero il provvedimento di legge, conosciuto anche come "decreto sicurezza", che impedisce, nell'articolo 13, agli immigrati, anche se lavorano, di ottenere la residenza, è scoppiata ieri dopo il no alla sua applicazione da parte del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Esperto giurista, Orlando è stato durissimo nei confronti della legge.
La sua rivolta è stata imitata da altri Sindaci, ma non dal Sindaco di Marsala, Alberto Di Grolamo. "Dal primo cittadino di Marsala non è arrivata alcuna indicazione sulla non applicazione della legge - spiega Matilde Adamo, dirigente responsabile del settore anagrafe del Comune - e anche se così fosse, noi siamo tenuti ad applicare una norma di legge superiore anche alle decisioni eventuali del Sindaco". Insomma, per Marsala non solo non c'è volontà politica a fare squadra con gli altri Sindaci per capire la costituzionalità di una norma che, buttando in strada centinaia di persone, più che difendere la sicurezza delle città, sembra minarla. Ma anche per i dirigenti ci sarebbe difficoltà a recepire una eventuale indicazione contraria del Sindaco Di Girolamo.
Molte persone si sono viste respingere la richiesta di residenza al Comune di Marsala. "Noi applichiamo la legge - spiega Adamo - e non ci sono margini per non applicarla. Non è nella sfera della nostra competenza dichiarare una legge incostituzionale. Penso che le parole di Orlando abbiano un solo valore politico, lui non può derogare ad una legge dello Stato". Ma a Marsala che reazione hanno avuto i cittadini immigrati? "All'inizio c'è stata un po' di confusione, adesso non sono venuti più, perchè sanno che la legge è cambiata". Ma cosa cambia per lo status di un immigrato? "L'esigenza di un immigrato è spesso quella di avere la carta di identità, per spostarsi liberamente nel territorio. Loro, prima della legge, venivano con il permesso di soggiorno, chiedevano la residenza, e poi, ottenuta quella, avevano la carta di identità. Adesso, invece, non ottengono più la residenza, e decadono tutti i benefici connessi alla residenza. Noi, abbiamo alcuni dubbi, sui alcune tipologie di permesso di soggiorno, e abbiamo chiesto un parere alla Prefettura".
Neanche il Sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, è totalmente d'accordo con Orlando: "Condivido interamente le iniziative intraprese da alcuni miei colleghi sindaci nelle ultime ore. Sono convito, però, che alle provocazioni non si risponde con le provocazioni" dichiara.
ORLANDO. Con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, Leoluca Orlando ribatte alle critiche e alle minacce di Matteo Salvini, ricordando quando lui, da leader della Lega, invitava i sindaci Leghisti a non applicare la legge.
Riportando un'immagine di Salvini che incitava a non celebrare le unioni civili, Orlando torna sulla questione della disposizione impartita agli uffici per non applicare una parte del Decreto Sicurezza.
"La differenza fra me e Salvini - afferma Orlando - a conferma del fatto che giochiamo su piano differenti e con regole differenti, è che io stesso mi rivolgerò al Giudice Civile per sollevare la questione della incostituzionalità di una parte del Decreto Sicurezza.
Questo vuol dire rispettare la Legge tramite la legge.
Non è questione di diritti dei migranti o di porte aperte a tutti, è una questione di diritti umani e civili per tutti, è questione di rispetto della Legge costituzionale che è garanzia per tutti i cittadini, italiani e non."
Per Orlando, "oggi si comincia coi migranti e domani si prosegue con gli altri. I regimi, tutti i regimi della storia hanno sempre avuto inizio con una legge razziale disumana spacciata per legge sulla sicurezza."