Sarà processato con rito abbreviato, ma senza alcuna perizia psichiatrica (a chiederla era stata la difesa), il 40enne marsalese Enzo Rubino, che appiccando il fuoco alla sua stanza aveva rischiato di far morire intossicate nell’incendio dell’abitazione la madre e la sorella.
Teatro dei fatti, lo scorso 15 ottobre, è stato un appartamento del lotto 5 del quartiere popolare di via Istria. Qui potete leggere il nostro articolo.
A negare la perizia psichiatrica, chiesta dagli avvocati Arianna Russo e Francesco Marchetti, è stato il gup Annalisa Amato.
Per il giudice, evidentemente, l’uomo è capace di intendere e di volere. Si procederà, quindi, con abbreviato “secco”. E il 5 febbraio dovrebbe tenersi la requisitoria del pm e le arringhe di avvocati difensori e di parte civile. Questi ultimi sono Leo Genna e Giovanna Di Girolamo e rappresentano in aula la madre e sorella di Enzo Rubino, che qualche ora dopo aver appiccato il fuoco fu arrestato dai carabinieri.
Le due donne (U.G.L., di 71 anni, e R.R., di 38) riferirono ai militari che l’uomo, a seguito dell’ennesimo diverbio dovuto a richieste di denaro, dopo avere dato in escandescenze, con un accendino aveva appiccato il fuoco ad una coperta nella sua stanza. Poi, le fiamme e il fumo si erano estese ad altre stanze. La sorella del Rubino era stata, poi, accompagnata al Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino”. Enzo Rubino, che nel frattempo si era allontanato da casa, fu poi rintracciato e arrestato con le accuse di incendio aggravato ed estorsione familiare.