Dario Safina, consigliere comunale e vice presidente del consiglio a Trapani, ha querelato chi l’ha offesa sui social e ha deciso di devolvere l’eventuale risarcimento all’Anpi sezione di Trapani. Un gesto coraggioso…
Querelare è diventato un obbligo per dare un segnale, bisogna rimanere nell’ambito del rispetto delle persone. Ricordo i commenti e le offese anche che ha ricevuto il sindaco di Trapani per essersi espresso in modo favorevole all’accoglimento dei migranti della nave Diciotti. Non è più tollerabile.
Cosa è accaduto tra lei e Tranchida? Ci sono scaramucce?
Non è accaduto nulla, io sono un dirigente politico e ritengo che su certe questioni bisogna essere più incisivi, come il sindaco Orlando.
Tranchida non lo è stato?
Il sindaco si è espresso sulla tutela dei diritti umani, io sono in consiglio comunale il maggiore difensore della linea politica amministrativa di Tranchida, rispetto il patto di governo. Tutto quello che è fuori il patto di governo può trovare in me una diversa espressione.
Safina, lei parla di dirigenza del partito. Come vede questo nuovo corso del Partito Democratico con Davide Faraone segretario regionale?
Io non ho condiviso il percorso che ha portato al congresso, ho anche detto ad Antonio Rubino, mio amico, che non aveva senso fare un congresso senza prima aprire un dibattito. Un dibattito che sarebbe potuto durare anche un anno su quello che necessita alla sinistra siciliana, e non solo, per reinventarsi un mondo che cambia velocemente e noi non siamo adeguati. Si riparte in questo modo? Non ne sono convinto, avremmo dovuto incontrare associazioni e movimenti per mettere in campo azioni nuove, non tradiamo noi stessi ma bisogna guardare al cambiamento che c’è in atto, se c’è qualcuno che non è in grado di cambiare va messo da parte.