Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
21/01/2019 06:00:00

Sicilia, Musumeci pensa ad un rimpasto

 Si agita la politica regionale, è previsto un rimpasto di giunta, lo ha annunciato il presidente della Regione Nello Musumeci.

Cambi di nome sia per l’assessorato alla Famiglia, in capo a Mariella Ippolito, che per quello all’Energia diretto dal veneto Alberto Pierobon.

Un rimpasto che avverrà prima delle elezioni europee, un riconoscimento politico, e di potere, a chi reclama di aver concorso ad eleggere Musumeci.

Nessun disaccordo con Forza Italia, lo dice Gianfranco Miccichè, che però chiede spazio per la Sicilia occidentale. Chissà, il prossimo assessore potrebbe essere della provincia di Trapani.
Qualcuno ha mandato avanti il nome di Stefano Pellegrino, altre voci di Sala d’Ercole dicono che tra il deputato forzista e Miccichè non corre buon sangue.
Miccichè frena, indica una rosa di nomi, ancora top secret, ma si tratta di palermitani.
I posti da sostituire potrebbero essere più di due, c’è l’incognita Gaetano Armao, attuale vicepresidente della Regione e assessore all’Economia.
Armao potrebbe essere candidato alle elezioni europee di maggio, per lui ci sarebbe il posto numero due in lista, subito dopo Silvio Berlusconi di cui è amico personale.
Tra rimpasto e nomi da candidare per Strasburgo c’è una finanziaria all’Ars in attesa di approvazione, che ha fatto drizzare le opposizioni e che ha evidenziato, ancora di più, l’assenza di una maggioranza in aula.
I più irrequieti sono i forzisti, anime diverse che si agitano e non si riconoscono in Miccichè tanto da aprire, alcuni di loro, delle interlocuzioni con la Lega.
In soccorso del governo regionale potrebbero arrivare i deputati di Sicilia Futura ma anche i renziani. Troppo presto per dirlo.
Di problemi da risolvere ce ne saranno, a cominciare dalle sigle sindacali che non sono contente del collegato per l’ aumento dei costi delle concessioni.
Per la presentazione di una istanza di autorizzazione o per una concessione i costi saranno tra le 500 euro e i 1500, più cara la richiesta di un permesso: 5 mila euro. Per la richiesta di apertura di una cava ci vorranno circa 3 mila euro, e in aumento anche i canoni per le imprese che lavorano con concessioni, 10 euro ad ettaro per chi dovrà effettuare ricerca di minerali, 25 euro ad ettaro per i giacimenti minerari, va peggio per chi gestisce le acque termali: il canone annuo è di 25 euro per ettaro più uno pari al 5% della produzione, e per chi imbottiglia l’acqua minerale il cui canone sarà di 50 euro per ettaro coltivato, a questo si aggiunga un secondo canone per l’imbottigliamento non inferiore a 10 mila euro l’anno.
Gregory Bongiorno, Confindustria Sicilia, parla di norme che determinano aumenti volti a far scomparire le imprese siciliane dal mercato, aziende che dovranno aumentare i prezzi al consumatore finale.
Novità sul fronte dell’assessorato al Turismo, Sandro Pappalardo ha proposto la creazione di una agenzia per la promozione turistica a cui servirebbero delle figure, un dirigente generale e tre revisori dei conti.
Roberto Lagalla chiede, invece, di sdoppiare l’assessorato in due dipartimenti: uno Istruzione, l’altro Formazione, anche qui ci sarebbe la necessità di nominare un dirigente generale. C’è spazio, insomma, per altre nomine e per uomini di fiducia.
Sempre nel collegato ci sono le norme per l’avvio della stabilizzazione dei 3 mila precari in servizio nei Comuni in dissesto e nelle ex Province, lavoratori che potrebbero così essere inglobati dalla Resais che a sua volta li rimanderebbe ai Comuni di provenienza ma con la stabilizzazione.
Al lavoro fin dai primi giorni di questa settimana la commissione Bilancio che dovrà esaminare il collegato generale e i quattro a supporto.
Si parte proprio dall’esame di quello che prevede la vendita dei beni immobili della Sanità pubblica, della realizzazione di tre grandi grattacieli per realizzare il centro interdirezionale, gli aiuti alle ex Province.