Lavori in Commissione Bilancio alla Regione fermi, non quadrano i conti, mancano 53 milioni di euro.
Il disavanzo piomba come imprevisto e blocca i lavori della commissione, il governo adesso dovrebbe intervenire per mettere in ordine i conti e far pareggiare entrate ed uscite.
Critici i deputati del Partito Democratico, Luca Sammartico, Baldo Gucciardi e Peppino Lupo, sulla prosecuzione dei lavori e sulla inerzia del governo.
A portare scompiglio una sentenza della Corte dei Conti che ha condannato la Regione a ripianare il disavanzo di 2 miliardi e 143 milioni di euro. Si tratta, tuttavia, di un disavanzo creato dal precedente governo, targato Rosario Crocetta, relativo all’anno 2016-2017.
Sono soldi che l’accordo tra Stato e Regione ha previsto di rientrare in 30 anni, con una rata annua pari 71 milioni e 300 mila euro.
L’esecutivo regionale adesso dovrà trovare le somme o meglio spostarle effettuando dei tagli in taluni capitoli di bilancio.
I tre parlamentari dem si dicono stupiti del non provvedimento del governo regionale nonostante sia arrivata da qualche giorno la sentenza della Corte dei Conti: “Questo inutile temporeggiare del governo danneggia le attività produttive, l’occupazione e i Comuni che aspettano, dall’applicazione della manovra, le risorse necessarie per gli investimenti e per garantire i servizi ai cittadini e alle imprese. La Sicilia non può più aspettare un governo immobile ed improduttivo che ad oltre un anno dall’insediamento non ha ancora iniziato a governare Regione”.
Per Gaetano Armao, assessore all’Economia, gli equilibri di bilancio sono garantiti, con minori margini di spesa ma la Regione avrà conti e carte in regola.
Previsto per venerdì l’arrivo in aula della Finanziaria, circa ottanta gli emendamenti presentati dai deputati regionali, e tanti altri al collegato.
Claudio Fava, deputato de i Cento Passi, ha firmato alcuni di questi: “Con i nostri emendamenti puntiamo a garantire la partenza delle Zone Economiche Speciali e a non trascurare le aree interne della Sicilia, prevediamo un piano industriale per il mediocredito regionale, la gratuita per le misure di contraccezione, l’aumento dello stanziamento per studenti universitari e medi per i collegamenti gestiti da Ast, la diminuzione della produzione di materiale cartaceo nella burocrazia regionale, nuove norme per la figura del garante dei detenuti, assicurazioni finanziarie per i comuni a cui le Asi potranno affidare depuratori e reti, una ricognizione della situazione dell’inquinamento elettromagnetico, incentivi per il trasporto pubblico dei dipendenti regionali. Un lavoro corposo che colma i numerosi vuoti dell’azione di governo. Rimane- conclude Fava- un giudizio fortemente negativo sull’ impianto complessivo delle norme proposte completamente mancante di una strategia e di un’idea complessiva di Sicilia”.