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24/01/2019 13:15:00

Trapani, il Pd verso il congresso tra liti e polemiche

 Acque agitate a Trapani dentro la commissione per il congresso nazionale del PD.

Gli umori non sono dei migliori , è guerra, nessuno ha intenzione di cedere il passo e lo stillicidio continua.

Su ventiquattro Comuni della Provincia, e quindi altrettanti circoli dem, a rispondere alla chiamata per la convenzione appena in dodici.
Non si tratta di disinteresse ma di un partito che non trova più né leader né motivi validi per potersi esprimere.
Errori su errori che si sommano, che porteranno a maggio ad una sconfitta per le elezioni europee, da attribuire alla sordità con cui i dirigenti hanno pensato bene di andare avanti senza alcun tipo di rinnovamento.
Cambiare tutto per non cambiare nulla.
La questione inerente alla commissione trapanese è stata portata all’attenzione dei vertici regionali e nazionali, ad essere eccepita non solo la nomina dell’attuale presidente, Vincenzo Grasselino, ma anche del vice presidente che non è stato concesso alla minoranza ma alla stessa maggioranza della commissione, si tratta di Peppe Casabella.
Un documento lungo e forte  (lo potete leggere cliccando qui) che mette nero su bianco le recriminazioni mosse, le lamentele riguardano il modus operandi del presidente che deciderebbe, senza rispettare lo statuto, cosa mettere in votazione e cosa no: “E’ una commissione che va a colpi di maggioranza, non è una commissione di garanzia”.
Ad essere eccepita la presenza di un membro che è socio fondatore del movimento Cives di Erice, che ha concorso ad eleggere l’attuale sindaco Daniela Toscano.
Si tratta di Paolo Piccirillo che pare sia arrivato in commissione senza essere un tesserato del partito, anche questo, dice la minoranza, non è tollerabile, è fuori le regole dello statuto.
Soprattutto non si può tesserare al Pd chiunque abbia altre tessere di movimenti politici o ne è dirigente, una tessera che in ogni caso sarebbe arrivata fuori i termini per la composizione della commissione stessa.
E la stessa commissione non è omogenea, squilibrata in favore della maggioranza con otto uomini e tre donne, nomi che non sono stati indicati nella loro interezza ma solo con l’indicazione del cognome. Secondo la minoranza si tratta di una commissione nulla che ha eletto un presidente che non poteva essere eletto e la cui carica non produrrebbe alcun effetto: “Non sarà riconosciuto il suo operato da parte dei membri della minoranza”.
Una serie di irregolarità sia sulla convocazione che sulla presenza di chi rappresenta le mozioni sarebbero da imputare al presidente Grassellino, che strumentalmente vorrebbe far votare pochi circoli “per un interesse preciso e di parte”.
Il documento molto duro è stato firmato da Valentina Villabuona, Giuseppe Vultaggio, Monica Di Bella, Nicola Biondo e Ina Agate.
Le mozioni presenti al momento dentro la commissione sono due: quella di Maurizio Martina e quella di Nicola Zingaretti, non è presente la mozione di Roberto Giachetti che ha come rappresentante Ninni Passalacqua.
E’ un momento di profonda crisi per i dem che non trovano attecchimento sui territori, che continuano a litigare tra di loro. Faide interne che non lasceranno spazio al vero dibattito politico.

Nel frattempo la commissione si riunirà nuovamente, e non fisicamente, stasera per whatsapp, come se dovessero darsi appuntamento per mangiare una pizza.

Dal canto suo Davide Faraone appare tranquillo, non teme le scaramucce, in provincia di Trapani dialoga soventemente con Antonella Milazzo, l’ex deputata regionale, che lo sta aiutando a riorganizzarsi sui territori e in particolar modo per le convenzioni.