Nessuno si scandalizzi, né si stupisca. Nessuno si meravigli quando il Movimento Cinque Stelle, quello che in molti chiamano populista, insieme alla Lega raggiungerà percentuali così alte da far dimenticare e annientare il passato.
Come siamo arrivati a questo punto? Me lo chiedo ogni giorno, ogni mattina è il mio mantra della giornata.
E più me lo chiedo e più la politica si sgretola, chiude i battenti, declina la sua aristotelica posizione al nullismo.
Si è sdoganato tutto, le parole non fanno più effetto se non sono fameliche, se non cercano di uccidere mediaticamente qualcuno, se non creano il caso dove il caso non c’è.
Il pudore, quello reverenziale di chi abitava, da ospite, le istituzioni si è perso tra le guance di chi ha la faccia tosta di rappresentarle, per caso.
Succede, a Trapani, che un consigliere comunale, Massimo Toscano, blocca i lavori d’aula, seduta pagata con soldi pubblici, per dichiarare il suo amore alla compagna e chiederla in sposa.
Il consigliere pensava di fare un gesto mediatico di forte risonanza. Ed è stato così: ha talmente creato stupore e mal di pancia che in molti, sui social, lo hanno attaccato, deriso.
I sentimenti, i fatti personali, non devono mai entrare nelle aule deputate alle istituzioni, i consiglieri comunali non sono stati eletti per questo, non è una istanza di pubblica e collettiva utilità.
L’amore fa bene al cuore, lo sappiamo, ma quei lavori, quel gettone di presenza viene pagato con i soldi dei contribuenti trapanesi che avranno anche il diritto di non sapere se e quando si sposerà Toscano. Non c’è nessuno scoop, al contrario il colpo di grazia ai principi cardini del rispetto delle istituzioni e del concetto di politica. Così come non c’è nessun gesto educativo in quello fatto, semmai c’è l’utilizzo di un consiglio comunale per fatti personali, per emozioni che sono il sale della vita, a casa propria.
In un periodo in cui la democrazia è in bilico, in cui tutto è finito nel calderone del qualunquismo, ogni gesto, ogni frase, ogni parola diventa una mazza con cui picchiare o una mano con cui accarezzare.
Nessun valore, né morale né politico per la dichiarazione d’amore, che resta un atto nobile e romantico, ma fuori da aule che non sono deputate a sceneggiate e telenovelas. La struttura dello Stato è formata dal rispetto di tutte le istituzioni di ogni ordine e grado, è grazie a queste goliardate se i cittadini, sempre di più, si disaffezionano e si distaccano.
Il rispetto istituzionale non può essere slogan, etichetta e nemmeno vendita promozionale, o svendita.
Si torni a riflettere sul senso delle istituzioni pubbliche, su come tornare a dare autorevolezza alle stesse, si rifiuti la mistificazione personalistica della politica, si cerci di porre un freno all’ormai crisi della credibilità di chi ricopre incarichi istituzionali.
Non è utopia, è buona pratica.
Rossana Titone