È un'Italia che viaggia a doppia velocità quella che va sulle rotaie della rete ferroviaria italiana. Troppe le differenze tra le Regioni, troppe le differenze tra i servizi e l’utilizzo dei treni. Se in nove Regioni e due province autonome i passeggeri sono aumentati in altre 10 sono diminuiti o rimasti invariati.
E mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, M5S, fa un annuncio fantascientifico, almeno per le possibilità italiane di farlo diventare realtà, in cui parla del progetto della società californiana Hyperloop Transportation Technologies 1, presieduta dall'italiano Gabriele Bibop Gresta, che prevede di installare in Italia il treno superveloce ideato da Elon Musk e che dovrebbe congiungere Catania e Palermo in poco più di dieci minuti, la situazione dello stato di salute del trasporto ferroviario siciliano rimane drammatica, dove il numero di coloro che viaggiano sui treni in Sicilia è sceso dal 2009 ad oggi da 50.300 a 37.600 in una Regione che più di 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari.
La situazione è stata fotografata, come ogni anno, dal rapporto "Pendolaria 2018" . Ai grandi successi dell’Alta Velocità da un lato, maturati in questi anni, fa da contraltare un trasporto regionale che rimane difficile, anche per via della riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza (-15,5 dal 2010 al 2016) con un calo del 40% dei passeggeri e la diminuzione dei collegamenti regionali (-6,5% dal 2010 al 2016).
Continua a preoccupare la situazione complessiva del Meridione. Al Sud circolano meno treni: ad esempio le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 429 contro le 2.396 della Lombardia. Inoltre i convogli sono più vecchi – con una età media nettamente più alta 19,2 anni rispetto ai 13,3 del Nord e a quella nazionale di 16,8 – e sono più lenti, sia per problemi di infrastruttura sia perché circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità.
Se c’è una Regione simbolo di come non funzionano le ferrovie è la Sicilia, dove i treni sono purtroppo fermi ai decenni scorsi e non hanno proseguito con quell’ammodernamento che invece c’è stato in altre parti d’Italia. Nell’isola l’89% dei 1.490 km della rete ferroviaria è a binario unico e la metà della stessa rete non è elettrificata. Ma qualcosa si può fare subito per migliorare il servizio ad esempio puntando sulla velocizzazione dei tempi di percorrenza tra le principali città siciliane, un intervento che richiederebbe intanto l’acquisto di materiale rotabile più efficiente, ad esempio con un rinnovamento dei vecchi treni “Pendolino” ad un bassissimo costo, per le linee tra Messina, Catania e Palermo.
Per le rete ferroviaria siciliana poi si prospettano da anni investimenti faraonici che nella maggior parte dei casi sono rimasti solo sulla carta. Con la cifra prevista per l’alta velocità Palermo-Catania-Messina, con un costo che va dagli 8 ai 10 miliardi di euro, si potrebbero, invece ammodernare e velocizzare numerose altre tratte considerate “secondarie”. Come ad esempio la Trapani-Palermo.
La Agrigento-Palermo - Un esempio sono i disagi della linea Agrigento-Palermo, lunga 137 km ed elettrificata dagli anni ’90, ma senza un servizio adeguato. Il tempo di percorrenza è di poco più di 2 ore, con una velocità media di 67 km/h, e sono 12 le coppie di treni che quotidianamente percorrono la linea.
Tra le tante un’altra criticità che caratterizza le ferrovie della Sicilia è dal Maggio del 2011 un ponte della linea Caltagirone-Niscemi è crollato sulla S.P.39 interrompendo, quindi, le due arterie di collegamento fra le due città.
Alcuni esempi? Ragusa e Palermo dove ormai solo tre collegamenti al giorno effettuano il percorso tutti con un cambio impiegando quasi 4 ore e mezza per arrivare a destinazione, in peggioramento rispetto alle 4 ore di due anni fa ed una situazione che rimane emblematica della condizione del trasporto ferroviario in questa regione.
Un caso estremo è quello per cui chi si sposta tra i due estremi dell’Isola ha solo tre possibilità per spostarsi da Siracusa a Trapani. Il collegamento più “veloce” ci mette 11 ore e 10 minuti e con tre cambi. Sono invece oltre 2,7 milioni coloro che ogni giorno prendono le metropolitane, presenti in sette città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), una crescita di 44mila passeggeri al giorno rispetto all’anno precedente.
Questo aumento è dovuto alla costante e consistente crescita di utenti sulle linee di metro di Milano, ed in parte agli aumenti verificatisi a Catania dove, grazie ai prolungamenti la metropolitana raggiunge finalmente il centro cittadino.
«Ancora una volta il rapporto Pendolaria - dichiara il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna – fotografa una situazione drammatica. Solo due i dati positivi, l’arrivo di nuovi treni e la metro di Catania. Ancora poco - spiega - Mentre il resto dell’Italia viaggia su rotaia, in Sicilia continuiamo a mortificare pendolari, passeggeri e turisti. Se vogliamo davvero cambiare il nostro stile di vita occorre investire sulle ferrovie. Sempre più persone, infatti, preferirebbero il treno all'auto o al pullman, ma in Sicilia la strada è ancora tutta in salita».