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08/02/2019 06:00:00

Sicilia, un mare di proteste accompagna la Finanziaria all'Ars

 La finanziaria regionale non approderà in aula senza polemiche, la convocazione è per l’11 di febbraio.


Montano le manifestazioni di protesta davanti Palazzo d’Orleans, dai precari ai sindacati contro i tagli effettuati dalla giunta regionale, in bilico c’è il pagamento dei loro stipendi. Non ci stanno a questa manovra nemmeno i forestali, per loro è arrivato un taglio da 53 milioni di euro, a questi si aggiungano i tagli alla Protezione civile, nessuna emergenza più per il rischio idrogeologico. In piazza anche Asstra Sicilia ed Anav Sicilia, le associazioni delle aziende del trasporto pubblico locale aderenti a Confindustria: il taglio è importante, siamo a 42 milioni di euro. Si chiedono modifiche immediate alla Finanziaria ma senza l’accordo con il governo nazionale la giunta difficilmente potrà modificare qualcosa.


Gaetano Armao, assessore all’Economia, sta mandando avanti una trattativa con il governo centrale per tentare di spalmare in trenta anni il pagamento del disavanzo creato dal procedente governo regionale, con bandiera Pd.  Attualmente la Regione ha il vincolo del pagamento in tre anni di tutto l’ammontare, con grandi sacrifici di tutti i settori che subiranno dei profondi tagli.  Non ci sono però i tempi, la manovra regionale dovrebbe poi essere corretta in estate rifinanziando i settori che hanno subito i tagli.


I manifestanti hanno occupato la sala blu di Palazzo d’Orleans e le sigle sindacali sono state ricevute dai capi di gabinetto dell’assessorato all’Agricoltura, della presidenza, e da qualche dirigente, chiedono di incontrare Nello Musumeci, presidente della Regione, prima che la Finanziaria arrivi in aula.


Ed è Claudio Fava, deputato del gruppo misto, che invita il presidente ad occuparsi della questione: "Sono i primi effetti del bilancio da lacrime e sangue approvato dall’Ars: oggi sono scesi in piazza i lavoratori dell'Esa, del comparto forestale e dei consorzi di bonifica, domani probabilmente toccherà ai dipendenti delle aziende di trasporto pubbliche colpite da un taglio del 30%, dalle associazioni delle famiglie dei disabili, dalle comunità alloggio e così via. Dopo quindici mesi di governo - conclude - scaricare tutto sulle spalle delle vecchie amministrazioni e dei debiti pregressi è un alibi a cui non credono più nemmeno i bambini".


I deputati torneranno in aula giorno 11 febbraio, il presidente Gianfranco Miccichè è fuori per un viaggio di piacere, cosa che non è passata inosservata ai grillini. Il deputato pentastellato, Siragusa, accusa Miccichè: “Qualsiasi impegno del presidente non può venire prima delle esigenze dei siciliani: abbiamo atteso per settimane che questa manovra giungesse in aula, ascoltando le ragioni del governo che aveva bisogno di definire un accordo con lo Stato sulla rateizzazione del maxi-debito. Poi, quando finalmente la legge di bilancio e la Finanziaria sono giunte a Palazzo dei Normanni, un’inspiegabile pausa in pieno febbraio, senza neppure il varo dell’esercizio provvisorio. Una cosa da irresponsabili".


Ma l’Ars non è in vacanza, lo sottolinea il segretario generale, si stanno facendo sulla manovra tutti gli approfondimenti necessari.