Domenica 24 febbraio con la concelebrazione eucaristica alle ore 18 nella Chiesa “Regina Pacis” di Paceco, si conclude la visita pastorale del vescovo Pietro Maria Fragnelli nel III vicariato, il territorio che comprende il comune di Paceco e alcune frazioni dell’agro-trapanese. La visita era iniziata il 18 novembre scorso con la celebrazione diocesana della Giornata mondiale del povero; quindi il vescovo ho proseguito i suoi incontri con i gruppi e le realtà ecclesiali, con la forze istituzionali, nelle scuole e nelle case per portare la presenza della Chiesa tra gli ammalati e gli anziani soli.
Con il tempo di quaresima il vescovo inizierà la visita pastorale nel II vicariato che comprende i comuni dell’agro-ericino. Il 7 marzo alle ore 18 l’apertura con la concelebrazione presieduta dal vescovo presso il Santuario della Madonna a Custonaci. La visita proseguirà poi nelle comunità di San Vito Lo Capo, Makari, Castelluzzo, Dattilo, Napola, Ummari, Ballata, Fulgatore, Tangi, Valderice e frazioni, Custonaci e frazioni, Bonagia, Pizzolungo; infine Erice dove la visita si concluderà il 23 giugno 2019.
Secondo la normativa canonica, infatti, ogni cinque anni il vescovo è chiamato a visitare in modo più organizzato e continuato ogni comunità parrocchiale della Diocesi nella quale si fermerà per incontrare e conoscere in maniera approfondita le persone e il territorio. La Visita pastorale - indetta il 24 ottobre del 2017 - è iniziata nelle parrocchie dei comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi-Segesta.
Nella Visita mons. Fragnelli viene collaborato dai “convisitatori”: i Vicari foranei che coordinano il calendario e tutte le iniziative sul territorio (per la visita nel III vicariato don Vincenzo Basiricò; per la visita nel II vicariato, da marzo in poi, don Franco Giuffrè); il Cancelliere vescovile don Alberto Giardina e l’Economo diocesano don Franco Vivona con compiti di controllo e verifica sui luoghi, gli archivi e l’amministrazione dei beni.
La visita pastorale ha come tema “Alla ricerca dei volti”. “In un’epoca in cui le persone si riconoscono col codice a barre, con le impronte digitali o con gli eliminacode – ha spiegato il vescovo Pietro Maria Fragnelli - le nostre parrocchie continueranno a essere laboratori in cui ci si incontra con volti e nomi. Comunità a misura d’uomo, in cui il vescovo e suoi presbiteri fanno quotidiano esercizio di paternità, pur con i loro difetti! Siamo tutori dell’umano e mentre dialoghiamo e annunciamo la gioia del Vangelo, doniamo il pane della Vita ed educhiamo fratelli e sorelle a stringersi la mano, a perdonarsi e a ripartire più uniti di prima”.