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02/03/2019 06:00:00

I tagli di Salvini ai permessi umanitari. La Cassazione: “Non sono retroattivi”

 Ci sono anche delle restrizioni sulla protezione umanitaria nel decreto sicurezza voluto dal Ministro Salvini e approvato lo scorso ottobre. Un decreto molto dibattuto, che secondo molti limita gli stessi principi di protezione umanitaria a quelle persone che scappano da guerre, e da quei Paesi la cui situazione interna risulta pericolosa per la loro stessa vita.

Restrizioni, però, che non sono retroattive. Chi ha pensato la legge voleva, probabilmente, limitare le protezioni umanitarie a ritroso, nel tempo, anche a chi aveva fatto domanda prima dell’entrata in vigore del decreto Salvini.


Ma le nuove norme non possono essere applicate alle domande che sono state presentate prima del 5 ottobre, giorno di approvazione del decreto Salvini. Non lo stabilisce soltanto il principio costituzionale, ma soprattutto la corte di Cassazione che nei giorni scorsi ha depositato una sentenza molto chiara. Una sentenza che potrebbe cambiare molte cose al Viminale. Perchè la maggior parte delle domande di protezione umanitaria esaminate e respinte dalle commissioni sull’asilo sono state presentate prima dell’entrata in vigore del decreto.


Cosa significa? Che al ministero dell’Interno pioveranno migliaia di ricorsi, visto che negli ultimi quattro mesi oltre 23 mila migranti si sono visti respingere le richieste di protezione in applicazione del decreto Salvini. Le nuove norme possono, quindi, essere applicate solo per quelle richieste di asilo presentate dopo il 5 ottobre, stabilisce la Cassazione. E dovrebbe essere un numero residuale, visto che nel frattempo gli sbarchi sono diminuiti del 90%. La Cassazione si è pronunciata esaminando il ricorso di un migrante fuggito dal suo Paese per motivi economici e familiari. La Cassazione scrive: "La normativa introdotta con il dl n.113 del 2018, convertito nella legge n.132 del 2018, nella parte in cui ha modificato la preesistente disciplina del permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituendola con la previsione di casi speciali di permessi di soggiorno - è il principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte - non trova applicazione in relazione alle domande di riconoscimento di un permesso di soggiorno per motivi umanitari proposte prima dell'entrata in vigore della nuova legge, le quali saranno pertanto scrutinate sulla base della normativa esistente al momento della loro presentazione".


Una sentenza che mette un po’ di ordine alle indicazioni di Salvini e del suo ministero. Già prima dell’approvazione del decreto il Viminale aveva inviato una direttiva che portò le commissioni territoriali a limitare di molto la concessione dei permessi umanitari. Una restrizione percepibile nei numeri. A Maggio i permessi umanitari erano il 28%, mentre a gennaio sono scese al 2% dei migranti arrivati in Italia. Ora la decisione della Cassazione, che si pronuncia anche sulle proroghe. I permessi umanitari possono essere prorogati anche se la scadenza cade dopo l’ingresso del nuovo decreto Sicurezza, purchè la prima richiesta di asilo sia stata fatta prima della nuova legge.