Carmelo Bonetta, reo confesso dell’omicidio di Nicoletta Indelicato, ha affermato che con l’auto guidata da Margareta Buffa si sono fermati proprio nel luogo in cui ha, poi, commesso il delitto perché in quel posto, lungo il margine della strada che costeggia contrada Sant’Onofrio c’è un’antica cappella abbandonata scavata nella roccia dove lui sapeva che si compiono riti satanici o messe nere.
L’omicida lo ha dichiarato nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Riccardo Alcamo. Anche se non ha messo in correlazione questo con l’omicidio. Davanti allo stesso magistrato, però, Margareta Buffa ha affermato che si sono fermati in quel luogo perché la sua auto ha avuto un “guasto”. All’interno della cappella, in apparenza abbandonata da secoli, c’è un leggìo in metallo di recente realizzazione sul quale sono poggiati nove lumini di cera. Anche questi ultimi di recente fattura. E comunque non certo dell’epoca in cui la cappella è stata scavata nella grossa pietra, una sorta di monolite accanto al vialetto d’ingresso al vigneto nel quale è stato trovato il cadavere di Nicoletta.
Entro oggi il gip dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di convalida dei due fermi. Intanto, alla luce delle dichiarazioni della Buffa, gli avvocati Natale Pietrafitta e Marcella Buttitta hanno immediatamente rinunciato al mandato difensivo, continuando ad assistere soltanto Carmelo Bonetta.
ARMA. L’arma con cui sarebbe stata uccisa la 25enne Nicoletta Indelicato, un coltello, sarebbe stata ritrovata.
I somozzatori hanno ritrovato l’arma bianca nel torrente Mazzaro, si tratterebbe di un coltello con una lama di 20 centimetri. A indicare il luogo del ritrovamento sarebbe stato Carmelo Bonetta che, insieme alla complice, se ne sarebbe disfatto subito dopo il brutale assassinio e prima di andare a ballare per depistare le indagini.
Ad aggiungere ulteriori dettagli alle indagini saranno i risultati dell’autopsia sul cadavere della giovane vittima, prevista per oggi
Il corpo martoriato e semi carbonizzato di Nicoletta è stato ritrovato nelle campagne di Marsala. Di lei non si avevano più notizie dalla sera del 16 marzo quando era uscita con un’amica. Dai segni sul corpo della vittima si presuppone che la ragazza sarebbe stata prima picchiata, accoltellata e infine bruciata.
Immediatamente le indagini si sono indirizzate sull’amica Margareta Buffa e sul fidanzato di quest’ultima, che dopo essere stati interrogati, avrebbero confessato. Le dichiarazioni atuoaccusatorie dovranno essere esaminate dagli inquirenti.