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23/03/2019 06:00:00

Ecco come Lo Sciuto arriva da Castelvetrano fino al Ministero dell'Interno

L'operazione "Artemisia", che ha portato giovedì a degli arresti eccellenti a Castelvetrano e non solo, tocca i piani alti del potere. 

E' stato tratto in arresto il capo della segreteria particolare dell’allora ministro dell’interno Alfano Giovannantonio Macchiarola. 

Secondo il Giudice per le indagini preliminari di Trapani, il deputato castelvetranese Giovanni Lo Sciuto sapeva di essere indagato e intercettato perché ciò gli era riferito dal compagno di partito nonché deputato regionale Francesco Cascio.

Le notizie relative alle indagini sul contesto massonico erano da tempo note presso ambienti politici dell’A.R.S., e sicuramente presso i vertici nazionali e regionali del partito politico N.C.D., e tra essi, quanto meno i deputati regionali FONTANA Vincenzo e CASCIO Francesco. Quest’ultimo ne era venuto a conoscenza dal mese di giugno 2016 per notizia ricevuta dall’avvocato MACCHIAROLA Giovannantonio, componente dello staff dell’allora Ministro dell’Interno ALFANO.

Anche il Ministro ALFANO era a conoscenza dell’indagine sulla Massoneria che riguardava, tra gli altri, anche il deputato regionale N.C.D., Giovanni LO SCIUTO.

LO SCIUTO, inoltre, avevano costantemente notizie riservate tramite il Sostituto Commissario in servizio presso il Commissariato di P.S. di Castelvetrano, PASSANANTE Salvatore, anch’egli sia dalla Procura di Trapani che dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo.

Scrive il Gip Cersosimo:  “Dalle intercettazioni in atti si evince come PASSANANTE abbia avuto contezza delle indagini incentrate sulla Massoneria (in cui per altro era coinvolto in prima persona) e le abbia rilevate a LO SCIUTO confidandogli anche del coinvolgimento di MAGRO Gaspare.”

Eloquente è come Lo Sciuto “era riuscito a costruire una rete di informatori e soggetti a vario titolo inseriti nelle istituzioni (poliziotti, colleghi deputati regionali, medici, alti funzionari statali, politici locali e nazionali), grazie alla quale veniva costantemente informato di ogni indagine a suo carico (e a carico di soggetti a lui vicini), in modo da garantirsi per molti anni l’impunità.”

I poliziotti Giacobbe, Passanante, Virgilio, forniscono rivelazioni importanti su indagini in corso al deputato Lo Sciuto che ne trova conferma dal Viminale, grazie ai contatti istituzionali derivanti dalla carica rivestita poichè era entrato in possesso del dato relativo al procedimento penale nel quale LO SCIUTO era stato ricompreso.

Tale importante notizia era diventata di dominio anche dell’entourage del ministro, con particolare riguardo a MACCHIAROLA, all’epoca Capo Segreteria Particolare del Ministro dell’Interno, e RAMETTA Roberto, all’epoca capo della Segreteria del Ministro dell’Interno.

MACCHIAROLA nel giugno 2016 aveva condiviso il segreto con l’allora deputato NCD all’ARS CASCIO Francesco, il quale a sua volta nel settembre 2016 lo aveva riferito a LO SCIUTO Giovanni.

 

Ecco alcune conversazioni che intrappolano gli indagati.

LO SCIUTO: “i Carabinieri hanno avuto il telefono sotto controllo quei venti giorni all'inizio...sarà venti giorni e poi l'hanno tolto...

CALCARA I.: ma intanto Giovà (Giovanni) questa impressione avevo, ma io non é che l'avvertivo quando chiamavo te, anche quando le altre persone mi telefonavano, avvertivo sempre lo stesso... poi una volta ho sentito parlare a due che parlavano tra di loro piano, piano, infatti da lì mi é venuto il primo dubbio, a cominciare... a volte può succedere qualche interferenza, però qua era... tipo qualcuno che ti ascoltava, ecco, ho avuto questa impressione ... va beh a me, se lo hanno fatto per me, lo hanno fatto per te non per me, cioè nel senso che tu puoi telefonare con quello mio, hai capito”

LO SCIUTO Ehi Ciccio, ma tu sei nella tua stanza?

CASCIO E no, sono davanti, davanti la mia stanza sono, qua davanti sono

LO SCIUTO Eh, aspetta un attimo che sto venendo

Subito dopo l’incontro con Ciccio Cascio era lo stesso LO SCIUTO a riferire alla moglie RICCOBONO Rosalba la conferma che l’acquisizione della notizia dell’esistenza del procedimento penale nel quale era ricompreso risaliva allo stesso 15 settembre 2016: “Questa situazione di oggi mi ha scombussolato”.

Altro elemento di profondo sconcerto per l’allora deputato regionale era rappresentato dal contesto investigativo, riconducibile ad una realtà dalla quale lo stesso si dichiarava avulso (“uno senza mangiare né bere, ti rendi conto?...uhm? .. uno deve avere un pensiero ad una cosa che non appartiene completamente neanche di un secondo...”), e nel quale era ricompreso anche un terzo soggetto “minchia, ci vanno a mettere no mezzo anche a chiddro, mah..” Subito dopo, l’allora deputo regionale esternava i propri dubbi in ordine alla conoscenza, da parte di PASSANANTE Salvatore, del procedimento penale che lo riguardava, motivo per il quale l’appartenente alla Polizia di Stato aveva quasi interrotto del tutto i contatti con il predetto.

Sarà proprio a seguito dell’incontro con il PASSANANTE che LO SCIUTO inizierà ad utilizzare il termine “lettera anonima” o “esposto anonimo”, sino ad allora mai utilizzato. L’incontro avverrà il 17 settembre 2016 dalle ore 12.59 alle ore 13.27 nei pressi o all’interno del Commissariato di P.S. di Castelvetrano, sede di servizio del PASSANANTE.

Subito dopo LO SCIUTO torna a parlare con la moglie RICCOBONO Rosalba della condotta del PASSANANTE, confermando che questa sorta di distacco manifestato dall’appartenente alla Polizia di Stato (manifestato con il rifiuto a prendere parte ad una cena per la presenza di tale Vincenzo RUSSO, soggetto a lui inviso) derivava dalla conoscenza, di un esposto anonimo concernente la Massoneria, che riguardava tra gli altri anche MAGRO Gaspare: “Penso che Passanante ha preso la scusa di cosa come si chiama? di... di Enzo Russo, però il vero motivo lo sai qual è? Che non si voleva uncire (unire, ndr) perché è arrivata una lettera anonima sopra la massoneria, lo hai capito? …ah! capito, ncapo a Aspare, cose (sopra a Gaspare - MAGRO - ndr) capito? … e lui ha preso la scusa di Enzo RUSSO, ah? anche se poi dice "no, se non c'è Vincenzo RUSSO, vengo", quindi, può essere che ci sbagliamo, è giusto?”.

Nel corso della conversazione registrata il 20 settembre 2016 all’interno della sua vettura, LO SCIUTO riferiva a CALCARA di essere ancora scosso per la notizia a lui riportata il 15 settembre 2016 circa la sua iscrizione in un procedimento penale (“sono stato un pochino scoglionato per questa situazione ... questa situazione di là, ee ...che mi hanno detto…”)

Secondo CALCARA un semplice esposto (“lettera anonima”) non poteva dar luogo, a suo avviso, all’instaurazione di un procedimento penale: “però loro sbagliano Giovà perché... cioè teoricamente, teoricamente, una lettera anonima, non dovrebbe avere seguito perché se, se io debbo, segnalare una anomalia io devo mettere chi sono …metto chi sei, ma no così una la mattina si alza scrive una minchiata e gliela manda e non si sa chi sia e loro procedono, non è che è corretto, o no …”

Ma la confessione arriva piu’ tardi dallo stesso LO SCIUTO che, infatti, riferiva il soggetto che lo aveva informato da tempo (“due mesi e mezzo”) delle indagini in corso su di lui, e che il dato era di massima attendibilità in primis perché proveniva da un importante Ministero quale quello dell’Interno, ed in secundis perché proveniva da rappresentanti del partito politico del Nuovo Centro Destra il cui presidente Angelino ALFANO era all’epoca titolare di quel dicastero, configurando una sorta di “spirito di fratellanza conservativa”.

LO SCIUTO riferiva a CALCARA che il soggetto che gli aveva comunicato l’esistenza del procedimento penale a suo carico aveva contezza di detto elemento dal mese di giugno 2016 (“quello mi viene a dire il discorso dopo due mesi e mezzo”): tale elemento suscitava la reazione dell’allora deputato regionale il quale lamentava che la comunicazione del dato non gli aveva permesso di porre in essere tutta una serie di cautele atte ad eludere le investigazioni…

LO SCIUTO: ...quello mi viene a dire il discorso dopo due mesi e mezzo

CALCARA: (sorride)...minchia!

LO SCIUTO: minchia... dice che lo sapeva, gli avrei detto: “pezzo di minchia perché non me lo dicevi?”

CALCARA: ma a lui gliel'ha detto Angelino?

LO SCIUTO: no, gliel'ha detto quello, Giovannantonio (Giovannantonio MACCHIAROLA, ndr)

CALCARA: ah, ah...

LO SCIUTO: e gli stavo dicendo: "se mi dovevano fottere, minchia tu mi facevi fottere?"

CALCARA: logico

LO SCIUTO: per non avvisarmi...(pausa)...mah, uno si deve "quartiare"... uno si deve "quartiare tutto" (fare attenzione, ndr), lì l'unica persona...te lo ripeto é Enzo FONTANA, tutti gli altri, hai capito?

CALCARA: si, Enzo é l'unico più... più serio, più corretta

LO SCIUTO: tutti gli altri non c'é niente da prendere

 

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