E’ stato approvato ieri il Piano economico finanziario dei rifiuti, la politica però ha i nervi tesi.
Qualche giorno fa è stato sciolto il gruppo consiliare “Democratici per Marsala”, il gruppo che ha contribuito ad eleggere il sindaco Alberto Di Girolamo. L’operazione “Scrigno” ha portato all’arresto del leader politico Paolo Ruggirello, tuttavia tengono a sottolineare i componenti del gruppo Ginetta Ingrassia, Luana Alagna e Enzo Sturiano, che sciolgono il gruppo perché è venuto meno lo spirito del 2015.
Non c’è dubbio che una situazione di imbarazzo il gruppo tutto l’ha subita. Cresce il gruppo misto in consiglio comunale, nell’immaginario fantasioso dei consiglieri ci sarebbero due gruppi misti: uno di opposizione e uno di maggioranza. In verità il gruppo misto è uno, la politica gioca a confondere le carte.
C’è tensione in consiglio comunale, i rappresentanti dei cittadini fanno a gara a chi la spara più grossa, terminologia compresa.
E’ stanco pure il segretario generale del Comune, Bernardo Triolo, non tollera più i toni accesi e da bar che i consiglieri utilizzano tra di loro. Li ha richiamati all’ordine come si fa con i bambini all’asilo.
Lo abbiamo scritto tante volte: non c’è la politica e non c ‘è il senso di rispetto per le istituzioni, ognuno arriva in consiglio e si atteggia come meglio crede.
Sturiano è nervoso ma la macchina amministrativa la conosce meglio di altri, mette sotto scacco i dirigenti e la stessa Amministrazione, in ogni caso la preoccupazione per il futuro politico resta.
Il 2020 è vicino, siamo al giro di boa, in questi quattro anni non si è creata l’alternativa ad Alberto Di Girolamo, Sturiano è lontano dal Pd e adesso più che mai, quali altri scenari si apriranno per il presidente del consiglio?
Intanto si porta avanti il consigliere Daniele Nuccio, che ha sottoscritto insieme ad altri 89 cittadini un documento con cui ha chiesto le dimissioni di Sturiano perché vicino a Ruggirello. A questo documento è seguito un momento di confronto aperto con la città, che per molti osservatori ha l’odore della campagna elettorale.
L’Amministrazione comunale, intanto, non ha più una maggioranza in consiglio comunale, il Pef è stato approvato con appena 13 voti favorevoli. Poca cosa.
Il sindaco paga lo scotto di non aver mai voluto condividere nulla, di lasciare che la maggioranza consiliare si sgretolasse. Il fatto è che pochi granelli di sabbia non scandiscono nemmeno il tempo dentro a una clessidra.