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13/04/2019 09:44:00

Marsala, lotta agli spacciatori. I fratelli Sparla, dopo l'arresto, fanno scena muta

Hanno fatto scena muta, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Annalisa Amato, i fratelli Vincenzo e Alessio Sparla, rispettivamente di 36 e 34 anni, arrestati mercoledì scorso dalla polizia in un’operazione antidroga che ha visto complessivamente coinvolti 14 presunti spacciatori (dieci denunciati e quattro arrestati). A difendere i fratelli Sparla è l’avvocato Luigi Pipitone.

Secondo l’accusa, insieme a Nicolò Titone e a Ignazio Mannone, posti ai domiciliari, avrebbero gestito il traffico di cocaina nel centro di Marsala. Eroina, inoltre, tramite Mannone, sarebbe arrivata a Favignana. Dall’indagine di Commissariato e Squadra Mobile è emerso che i fratelli Sparla avevano preso in affitto un’abitazione in piazza Carmine, nel centro storico di Marsala, per adibirla a “centrale di spaccio”. E nel prosieguo dell’inchiesta si è scoperto che erano “tra i principali approvvigionatori di cocaina sulla piazza di Marsala”. Inoltre, attraverso una rete di fiancheggiatori e di pusher, gli Sparla avrebbero rifornito di droga anche l’isola di Favignana, contando sulla collaborazione di Ignazio Mannone, che in aliscafo avrebbe trasportato eroina sull’isola. Tra gli altri fornitori del Mannone vi sarebbe stato anche il pregiudicato Nicolò Titone, che ha precedenti anche per reati contro il patrimonio e in materia di armi. Nicolò Titone è fratello minore di Antonino Titone, detto “Bacareddra”, superkiller di Cosa Nostra marsalese ucciso il 14 marzo 1992 nella zona di “Porticella” da un gruppo di fuoco della “Stidda”. Nell’abitazione di Vincenzo Sparla, infine, la polizia ha trovato una pistola Beretta calibro 7.65 completa di munizioni. L’arma, detenuta illegalmente, era nascosta in camera da letto.