di Katia Regina. Il Comune di Marsala ha conferito l’incarico di Esperto del sindaco in materia di attività, programmazione e promozione di eventi culturali in genere. Evidentemente la qualifica di direttore artistico è stata driblata per scaramanzia, visto il risultato del precedente incarico. Ma va da sé che di questo si tratta. Il nostro concittadino, Alessio Piazza, noto attore titolato e apprezzato, si occuperà della programmazione degli eventi della stagione estiva a Marsala, sì perché l’incarico, salvo proroga, dovrebbe concludersi a dicembre 2019.
Che questa amministrazione sia deficitaria sul piano della comunicazione è ormai acclarato, eppure in questo caso ci sarebbe stata una bella notizia da dare, e non la solita seccatura sulla spazzatura e i mastelli. Invece zitti. Anzi muti. La determina è datata 21 marzo, primo giorno di primavera, ottimo auspicio per un ambito trascurato fino alla reticenza. Tant’è che non si è più saputo nulla del direttore artistico, ossia il maestro Moni Ovadia, che nel frattempo ha abbandonato il suo incarico un anno prima della naturale scadenza. Ma andiamoci con calma. Proviamo a ricostruire tutta la vicenda.
L’incarico da direttore artistico dei teatri marsalesi gli era stato conferito il 21 novembre del 2016 per la durata di anni 3 con la determina sindacale numero 66 . Un incarico che aveva sollevato un vero vespaio tra gli artisti marsalesi ed alcuni operatori culturali. Tutti scettici in merito a questa nomina piovuta dall’alto da un giorno all’altro. Sì perché in fatto di comunicazione questa amministrazione, ribadiamolo, non ha mai brillato. Eppure l’anomalia era quella che regnava prima della nomina, ossia la mancanza di un direttore artistico, considerando l’esistenza di ben due teatri in città, uno dei quali tra i più capienti in Sicilia.
Una città dunque che non ha mai sentito la necessità di mettersi in regola con questa norma probabilmente perché non ha mai avuto un progetto culturale strutturato, teso verso un’idea di crescita in questo ambito. Ma ecco che, colpo di scena, l’amministrazione Di Girolamo nomina un professionista, un artista talmente noto e apprezzato che non avrebbe lasciato scampo a chiacchiere e invidie indigene. E diciamo pure, ch’avevamo creduto in tanti. Io per prima. Per questo ho scritto e difeso a spada tratta l’idea, il sogno, l’opportunità. Era stato presentato in pompa magna con una conferenza stampa, in questo caso, in cui si prometteva una collaborazione attiva, attenta rispetto alle tante e straordinarie eccellenze artistiche del territorio. Il suo compito però sarebbe stato, avremmo scoperto da lì a poco, quello di acquistare spettacoli per le stagioni teatrali invernali. E così è stato.
Il primo anno ha programmato un cartellone ricco di nomi importanti, magari con qualche difficoltà rispetto alle date e ai giorni feriali, ma bisognava accontentarsi in quanto l’incarico era stato conferito a stagione iniziata. La partecipazione del pubblico è stata piuttosto deludente, sin dalla prima stagione, nonostante le rappresentazioni eccellenti. Qualcosa non stava funzionando dunque, e non poteva trattarsi solo dell’incapacità, da parte dell’Amministrazione, di promuovere gli eventi in maniera adeguata. Nel frattempo, a metterci il carico da novanta, c’ha pensato la malasorte, il maestro Ovadia si ammala e questo gli impedisce, e lo giustifica, rispetto alle sue assenze durante la stagione teatrale.
Si arriva così, tra malumori crescenti e qualche ostinata speranza, al secondo anno della sua direzione artistica. Il cartellone parte male sin dalla prima data, questa volta senza l’attenuante del poco tempo a disposizione per impegnare le date, il primo spettacolo viene proposto di lunedì. Ma come di lunedì? Giornata peraltro di riposo degli attori. Ma nessuno ha pensato di chiedere spiegazioni in merito, nessuno tra quelli che avrebbero potuto e dovuto. Il maestro Ovadia non si discute. E invece no, il maestro Ovadia si discute eccome quando spende i soldi di una comunità e non i suoi. Ed è lecito chiedere spiegazioni e anzi sarebbe ancora più corretto darle spontaneamente, perché le conferenze stampa non si fanno solo per i proclami, ma anche per informare, giustificare se è il caso.
La disaffezione del pubblico, a questo punto, è quasi la conseguenza naturale, anche se, a mio parere, incomprensibile. Non si boicotta l’arte per difendere l’arte. Sarebbe stato più saggio partecipare in massa agli spettacoli straordinari proposti da Moni Ovadia, mostrare la fame di bellezza per poi inventarsi qualche altro tipo di rappresaglia nei confronti di una Amministrazione incapace di intercettare gli umori della sua comunità, incapace di dialogare di coinvolgere.
Arriva così l’autunno del terzo anno di mandato per Moni Ovadia, passa ottobre, novembre, dicembre… di cartellone invernale nessuna traccia. E quel che peggio, nessuno che sente la necessità di fare una dichiarazione, scrivere due righe per giustificare l’assenza. Tanto il teatro Impero in questo periodo è pieno di ogni genere di rappresentazione che può essere spacciata per programmazione teatrale attraverso la formula del patrocinio.
Arriviamo ai giorni nostri, alla scoperta casuale della determina già pubblicata sul sito del Comune, quella che appunto conferisce l’incarico omologo ad un’altra persona, a questo punto non restava che sentire il diretto interessato:
Maestro Ovadia, mi scusi, ma la sua collaborazione (a titolo gratuito) con i teatri marsalesi che fine ha fatto?
Risposta: non c’erano più le condizioni e ho lasciato l’incarico.
Va da sé che le condizioni potrebbero essere i soldi per acquistare gli spettacoli unitamente all’insofferenza verso il chiacchiericcio seguito alla sua nomina. Sì perché nel frattempo abbiamo capito tutti che le aspettative che, lui per primo, aveva creato in quella prima conferenza stampa di presentazione, erano state tutte disattese. Non si è interessato degli artisti locali, non ha mai partecipato ad un solo spettacolo, tranne quello che lo ha visto protagonista insieme a Mario Incudine.
Qual è dunque il compito di un direttore artistico? Acquistare spettacoli è solo un aspetto del suo lavoro, avere un progetto culturale coerente con le scelte fatte nel selezionare gli spettacoli, in altre parole una destinazione. Non tutte le scelte fatte dal maestro sono state però chiare, non si è ben capito se c’era un progetto, ma quel che peggio, nessuna indicazione è stata data dall’Ente Committente. E questo aspetto è sicuramente il più difficile da mandare giù per quanti ancora sperano in un progetto culturale per questa città.
Un’Amministrazione assorbita totalmente e legittimamente dall’emergenza rifiuti, che non considera però che certa spazzatura può annientare i cervelli senza neppure diffondere olezzi maleodoranti. Il 21 marzo è stata formalizzata finalmente una scelta, coraggiosa se vogliamo, l’aver individuato un artista marsalese che potrebbe mettere tutti d’accordo (?) ma, a quasi un mese di distanza, nessuno ha sentito la necessità di comunicare ai cittadini questa decisione, e non si comprende quale possa essere il timore.
Ed ora… il re è morto, evviva il re! Un grande in bocca al lupo ad Alessio Piazza che parte avvantaggiato dal fatto che conosce la sua comunità, nel bene e nel male.