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24/04/2019 09:04:00

Oggi Zingaretti a Castelvetrano per le ... prove di disunità del Pd

 Ultimi giorni di campagna elettorale per i candidati delle città chiamate al rinnovo della carica di Primo Cittadino e del consiglio comunale.

Dopo 24 mesi tornano alle urne i cittadini di Castelvetrano, il lungo periodo di commissariamento non ha lasciato indenne la politica.

Sono sei i candidati sindaco e c’è, tra questi, Pasquale Calamia, ala Baldo Gucciardi, deputato regionale.

A sostenere le ragioni di questa candidatura i big romani del partito, oggi è la volta del segretario nazionale, Nicola Zingaretti.

Le prove di disunità nel partito ci sono tutte.

Zingaretti non arriva solo, lo indica chiaro il comunicato stampa arrivato ieri dal Pd provinciale, insieme a lui ci saranno: “Il vice segretario nazionale On. Andrea Orlando, Caterina Chinnici candidata alle elezioni europee e Giuseppe Antoci, alle 16,00 incontrerà simpatizzanti ed elettori presso il comitato elettorale del candidato Sindaco del Pd Pasquale Calamia in via Vittorio Emanuele n. 40. Successivamente alle 17,00 si sposterà in Piazza Matteotti per un comizio, insieme al candidato sindaco e ai candidati al consiglio comunale della lista del Partito Democratico”.
Nel comunicato non si fa cenno alla presenza, annunciata, del segretario regionale, Davide Faraone.
Ambienti politici interni confermano che addirittura non si era a conoscenza della presenza di Faraone.
Se c’è una manifestazione pubblica alla presenza del segretario nazionale e non viene invitato quello regionale è una chiara delegittimazione.
E difatti un’ala trapanese del partito non ha condiviso il metodo delle primarie regionali non ne riconosce il segretario.
La provincia di Trapani è spaccata a metà, da una parte i faraoniani che sono monchi sul territorio di una vera e forte leadership che sia spalla e voce del regionale. Giocano a nascondino.
Dall’altra parte ci sono i "gucciardiani" che chiedono spazio e agibilità politica.
Le indiscrezioni politiche, dicono, che l’accordo sui territori sia stato raggiunto: nessuno del trapanese chiederà le dimissioni di Faraone dal regionale in cambio delle segreterie provinciali e comunali.

Insomma, inutile negarlo il Pd in provincia di Trapani non ha mai messo da parte l’ascia di guerra e i silenzi non sono segnali di pace ma di accordi politici.
La parvenza di unità che ne verrà fuori, questo pomeriggio, sarà solo una prova delle troppe e diverse anime che abitano in un solo partito.