"Black Mirror" è la serie televisiva che più di tutte ha caratterizzato e ancora oggi segna gli anni in cui viviamo. Dei veri e propri mini film (ogni episodio è infatti una storia a se) che sono una guida al mondo che verrà (o che è già...).
Prende il nome dallo "schermo nero" del nostro smartphone (quando è spento..) che ormai custodisce la nostra memoria, i nostri segreti, condiziona le nostre vite, in una società in cui la parola "comunicazione" è sempre più un architrave imprescindibile.
Perché "quando uno schermo è spento - dice il creatore della serie, Charlie Brooker, sembra uno specchio nero, e c'è qualcosa di gelido e terrificante in questo".
Adesso "Black Mirror" ha anche la sua guida ragionata. L'ha scritta il giornalista Fabio Chiusi, per DeA: "Io non sono qui - Visioni e inquietudini da un futuro presente". Chiusi guida il lettore dentro la serie, entrandoci con la meraviglia sua, quando ha scoperto queste storie, che innanzitutto parlano di quello che siamo noi, ora, e qui.
Il paragone che più si addice per "Black Mirror" è con "Ai confini della realtà", altra famosissima serie, ancora in voga fino agli anni '80. Siamo nel campo della fantascienza, certo, anche della distopia che tanto di moda va oggi nella scrittura televisiva.
Ma la forza di Black Mirror, e l'inquietudine che genera, è che non racconta di un futuro lontano, racconta di un futuro che è adesso. Come la migliore letteratura, insomma, indaga il futuro per raccontarci ciò che siamo ora, e alla fine il libro di Fabio Chiusi altro non è che un'indagine, raffinata, proprio sul nostro presente, su come le tecnologie ci cambiano, su come sia ormai sempre più estesa quella zona grigia dove reale e virtuale, fatti e algoritmi, si confondono.