“Ancora una volta al tavolo di confronto della vertenza “Spaccio alimentare” sono mancate le risposte che chiediamo da diversi mesi. Ormai non possiamo nascondere che siamo fortemente preoccupati per il futuro dei 180 dipendenti di Catania e degli oltre 400 impiegati che operano negli altri punti vendita in Sicilia.”
E’ questo l’amaro commento di Carmelo Catalano e di Vito Tringale, segretario e vice della federazione provinciale Ugl terziario dopo l’ennesima battuta a vuoto registrata ieri al termine dell’incontro che si è tenuto in Prefettura a Catania.
“Davanti al vice capo di gabinetto, rappresentante di sua eccellenza il Prefetto (che ringraziamo sempre per la sensibilità dimostrata nei confronti di questa vertenza), abbiamo chiesto nuovamente ai due delegati di “Distribuzione Cambria” presenti di sapere a che punto è la vicenda della cessione di circa 10 negozi a società di un noto gruppo imprenditoriale siciliano che opera nel settore ed il destino degli altri 11 punti vendita. In molti di questi, alcuni già chiusi da tempo ed altri in fase di chiusura, pende lo sfratto esecutivo da parte dei proprietari degli immobili – evidenzia il vice segretario Tringale, che ha partecipato alla convocazione insieme ad alcuni lavoratori-Inoltre, non abbiamo nessuna conferma della reale volontà, da parte di chi rileverà i punti vendita, su un eventuale ricollocazione di circa 350 addetti e non sappiamo ancora notizie né sulle prospettive occupazionali della restante parte, né tanto meno sugli esiti del concordato preventivo”.
“Fatto sta che il tempo passa, la mancata erogazione degli stipendi sta per salire a tre mesi e mezzo, con la cassa integrazione che oggi neanche è partita – continua Tringale-Per questo motivo abbiamo chiesto alla Prefettura di avviare un’urgente interlocuzione con l’Inps per consentire il rapido sblocco della pratica per l’erogazione della cassa integrazione, considerato che la situazione è diventata alquanto insostenibile. Noi, come Ugl, continueremo ad essere sempre vigili ed attenti perché i 580 lavoratori non vengano lasciati soli senza tutele e diritti, ma soprattutto non siano abbandonati al loro destino e senza un lavoro per colpe non loro – aggiunge in conclusione il segretario Catalano.