13,00 - E' partita dalla denuncia coraggiosa di un imprenditore l'inchiesta sulla corruzione al Provveditorato opere pubbliche di Palermo denominata "Cuci e Scuci" che ha portato all'arresto di quattro funzionari pubblici.
E' stato un imprenditore a denunciare la richiesta di tangente dei funzionari alla Polizia. Doveva ristrutturare una scuola elementare in provincia di Palermo e si è rifiutato di pagare le mazzette sollecitate da alcuni dipendenti pubblici. Alla Polizia ha raccontato pressioni e minacce, con i funzionari che avrebbero preteso pranzi, cene, regali e naturalmente denaro, per migliaia di euro.
Gli accertamenti disposti dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giacomo Brandini, Pierangelo Padova e Maria Pia Ticino hanno fatto emergere un sistema ben rodato di mazzette negli uffici che gestiscono gli appalti per manutenzioni e ristrutturazioni di edifici pubblici.
Le intercettazioni svelano il giro di mazzette. Lorenzo Chiofalo, imprenditore che sta ristrutturando una scuola media in provincia di Enna, parla con Carlo Amato, ingegnere del Provveditorato e responsabile unico del procedimento, finito ai domiciliari. Gli dice: “... a prescindere del ragionamento mille più o mille meno, a me mi interessa entrare nel suo cuore, nel senso che, se c'è qualche cosa lei mi chiama, come mi ha chiamato ora, dice lei dov'è? A Barrafranca. Se possiamo fare qualche cosa la facciamo, perché per ora lavoro non ne ho, parliamo chiaro, come un libro aperto, con il cuore in mano…”.
Ma Chiofalo avrebbe messo in mano i soldi per pagare la tangente, tra i cinque e gli otto mila euro consegnati ad Amato dal figlio di Chiofalo. Trattarono sul prezzo della corruzione. “... onestamente avevo pensato di chiudere tutto il totale a 5 (cinque mila), in base ai conti che mi sono fatto”, diceva Chiofalo ad Amato che non era convinto: “Veda lei. Mi pare poco, però… sinceramente di primo cuore, perché dico, volevo dare 3000 euro (tremila) a tutti e due e 5 io, però.. lei ce l’ha la valutazione, ripeto non mi pare che siamo, siamo lontani dalle idee insieme...”.
Ma la tangente, alla fine, con una sorta di partita di giro, la pagavano i cittadini. Come, con la “mazzetta rimborsata”.
L'imprenditore pagava il funzionario corrotto, che poi provvedeva ad aumentare le somme previste per l’esecuzione dell’appalto. In questo modo la vittima veniva rimborsata, grazie a generosi stati di avanzamento dei lavori, perizie suppletive e i costi della corruzione che gravavano sulle casse pubbliche per via degli appalti che si gonfiavano.
08,15 - Sono quattro i funzionari del Provveditorato Opere Pubbliche arrestati a Palermo con l'accusa di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Dalle prime luci dell’alba è in corso una operazione della polizia a Palermo, denominata “Cuci e Scuci” che ha portato complessivamente a quattordici misure cautelari emesse dal Gip del tribunale. Nel mirino imprenditori e funzionari dell'ufficio che si trova in piazza Verdi a Palermo e che dipende dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I quattro funzionari arrestati sono Carlo Amato, Francesco Barberi, Antonio Casella e Claudio Monte. I quattro alla fine del 2017 erano già finiti nel registro degli indagati. Nell'elenco dei coinvolti altri due funzionari che sono stati sospesi per un anno, mentre sono otto gli imprenditori raggiunti da un'interdittiva e per un periodo non potranno trattare con la pubblica amministrazione.
07,15 - Corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato sono le accuse nei confronti di imprenditori e di funzionari della Pubblica Amministrazione, nelle vesti, rispettivamente, di corruttori e corrotti.
Dalle prime luci dell’alba, è in corso una imponente operazione della Polizia di Stato, denominata “Cuci e Scuci”. Numerose le misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica.
L'inchiesta è stata condotta dall “Anticorruzione” della Squadra Mobile di Palermo, che ha registrato un sistema corruttivo, annidatosi nel settore degli appalti per opere pubbliche. L'indagine nasce dalla coraggiosa denuncia di un imprenditore edile, imbattutosi in una richiesta di tangenti da parte di alcuni dei funzionari pubblici, in servizio presso il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Palermo, oggi arrestati, nel corso della ristrutturazione edile di una scuola elementare, nella provincia di Palermo.