Francesco, Leonardo e i loro due gemelli possono essere ufficialmente una famiglia. E’ una storia a lieto fine quella dei due papà di Trapani che si sono visti riconoscere, finalmente, la doppia genitorialità dal Tribunale trapanese, dopo mesi di battaglie, appelli, banchetti, proteste.
La storia di Leonardo Palazzolo e Francesco Colonna comincia alcuni anni fa. Si sono sposati negli Stati Uniti nel 2013. Decidono di mettere su famiglia, di vivere il loro amore nella normalità di una vita quotidiana fatta di impegni, di lavoro, di casa e di figli.
Dopo essersi sposati decidono di allargare la famiglia, quindi, si sono recati in America dove la pratica dell’utero in affitto è legge e adesso sono genitori di due gemelli maschi di un anno e mezzo.
La California è una delle mete più gettonate per le coppie gay intenzionate a diventare genitori. i bambini nati dalla madre surrogata sono a tutti gli effetti figli, ancora prima di essere messi al mondo, dei genitori intenzionali.
Le coppie una volta tornate in Italia dovranno registrare all’anagrafe i neonati che però non hanno una mamma. E’ quello che è accaduto a Leo e Francesco, che hanno chiesto al sindaco Giacomo Tranchida il riconoscimento della seconda paternità, istanza rigettata in data 6 marzo. Qui comincia la battaglia.
Il Comune di Trapani rigetta l’iscrizione all’anagrafe dei due bambini. In sostanza le motivazioni addotte sono varie a cominciare da un formulario non presente per regolamentare la situazione nello specifico, che la normativa vigente non consente di trascrivere due paternità, si legge anche, tra i casi del diniego, che padre è colui che possa dimostrare una relazione sulla discendenza genetica
Si nega a tutti gli effetti ai bambini di avere due genitori. Le conseguenze? Se il genitore riconosciuto dovesse venire a mancare i due bambini sarebbero adottabili, perchè, appunto, l’altro papà non è riconosciuto, e perderebbe i figli che ha cresciuto.
Lo Stato italiano da anni tenta di mettere ordine alla materia, di dare ai propri cittadini una legge che riconosca la doppia genitorialità per le coppie omosessuali che è una forma di tutela per i figli.
E proprio sulla mancanza di una legge chiara il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida si è aggrappato per negare l’iscrizione all’anagrafe dei due bambini. A differenza di altri suoi colleghi sindaci, da Torino a Milano, Roma, Pisa, Livorno, il sindaco di Trapani ha deciso di non decidere, di “non fare forzature” e aspettare una legge che chissà quando arriverà, ma soprattutto di attendere che fosse un giudice ad ordinargli di iscrivere i due bambini all’anagrafe cittadina. Un no immotivato, quello di Tranchida, che ha dato origine ad una grande mobilitazione. E’ nato un comitato, delle proteste, banchetti e raccolte firme con lo slogan #giacomometticiunafirma.
Poi è arrivata la decisione del Tribunale di Trapani. Una decisione in linea con la giurisprudenza, orientata verso il riconoscimento delle famiglie arcobaleno. Il Tribunale ha ordinato, in sostanza, al Comune di Trapani di iscrivere i due bambini all’anagrafe cittadina con i due papà.
E il motivo è semplice. Si legge nella sentenza che “non riconoscere a XXX e XXX lo status di figli di XXX determinerebbe una ingiustificata ed intollerabile discriminazione a danno dei minori rispetto ad altri minori nati da coppie di sesso diverso e mediante tecniche di procreazione consentite nel nostro Paese.”
Leo, Francesco e i loro due gemelli erano già una famiglia, adesso lo possono essere anche all’anagrafe. La loro è stata una battaglia di civiltà, di uguaglianza, di diritti e di amore.
Pochi giorni fa hanno postato uno splendido disegno che raffigura questa famiglia, nuova, e trapanese.