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09/05/2019 06:00:00

Sicilia, Miccichè apre al Pd: “Un fronte moderato per fermare la Lega”

 Gianfranco Miccichè, commissario siciliano di Forza Italia, apre al Partito Democratico. Non si può restare fermi, dice, a guardare l’ascesa del leghista Matteo Salvini, che reputa pericoloso e antidemocratico.


Vorrebbe, Miccichè, l’ unione dei moderati, magari sotto una sigla nuova che si sganci della bandiera di Forza Italia e del PD, oltre le sigle.
Basterebbe questo per rinnovare la politica? No.


E’ poca cosa, la risultanza potrebbe essere solo un cambio di nome, un contenitore nuovo al cui interno si muovono i vecchi politici. Quisquiglie.
A capirlo i dem dell’ARS, se è vero che serve una casa moderata c’è già il PD, lo sostiene Antonello Cracolici, che non è intenzionato a farsi travolgere da quello che Miccichè ha in mente.


Le prime manovre risalgono a un anno fa, quando il leader forzista ha preso parte alla Leopolda siciliana, ideata da Davide Faraone, senatore dem e adesso anche segretario del partito in Sicilia. Una prova, quella, che ha retto bene e che ha aperto a nuove strade, tuttavia è ancora presto per percorrerl.


Nuovi sviluppi ci saranno dopo le elezioni europee, i partiti faranno i conti con la loro tenuta interna, con le percentuali.  Di certo, poi, dentro al PD si potrebbe aprire nuovamente un momento di confronto sulla leadership del partito a livello regionale. Insomma, nulla ancora è definitivo.


Una buona prova di questa unione si è già avuta per le amministrative, dove le due sigle si sono unite sostenendo un candidato civico. L’idea del partito moderato c’è, non è dato sapere ancora come procedere e se da sola potrebbe bastare per contrastare la Lega di Salvini e il movimento Cinque Stelle.


E mentre Miccichè è in rottura con il Carroccio il suo Presidente, Silvio Berlusconi, chiude accordi per le amministrative, per le campagne regionali ed è pronto a governare al prossimo turno con la Lega.  Non c’è la stessa linea politica, e in verità, anche se Miccichè lo nega, molti forzisti sono pronti a fare il salto abbracciando Salvini, certi che Forza Italia sia un partito in liquidazione, con un fondatore troppo anziano e con nessuno in grado di farsi carico del partito. Verrebbe da dire: nessun dopo di noi.

I ballottaggi di domenica 12 maggio daranno già un primo risultato, le europee successivamente indicheranno la resa dei conti. C’è un troppo silente Matteo Renzi, che si limita a fare il senatore, ma che potrebbe dare vita a una nuova formazione politica. Settembre sarà il mese dei nuovi laboratori politici.