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09/05/2019 09:35:00

La storia di Ceesay

Prefazione 

Ceesay è un sopravvissuto.

È sopravvissuto alla miseria del suo paese, il Gambia, in Africa Occidentale.

È sopravvissuto all’attraversamento del deserto del Sahara, intasato sul cassone di un pick-up, con altri suoi compagni di viaggio, con il rischio di cadere ad ogni duna ed essere lasciato a morire nel deserto: senza acqua, senza provviste, senza riparo, senza nulla, sotto un sole cocente e temperature elevate di giorno e fredde di notte.

È sopravvissuto, Ceesay, alla pazzia violenta ed omicida dei militari libici.  È sopravvissuto, ma le ferite prodotte da questo periodo increscioso sono cicatrici permanenti della sua anima.

È sopravvissuto al mare Mediterraneo, attraversato con le sole forze della speranza, su un fragile gommone, lasciato alla deriva dai “trafficanti di vite umane”.

Si trova a Marsala da due anni, ora Ceesay, e sta per essere travolto, in un paese civile ed accogliente come l’Italia, da una legge ignobile, il decreto Sicurezza 2018, che non gli permetterà più di sopravvivere.   

 

Capitolo I° 

Ceesay, un bellissimo ragazzo di colore, è entrato a far parte della nostra vita, inaspettatamente.

Diciotto anni, compiuti a febbraio, da soli due anni in Italia, si è trovato, suo malgrado, costretto a subire “l’onta” di una legge, il decreto sicurezza Salvini dell’ottobre 2018, che offende la dignità umana e non permette ai migranti, richiedenti asilo, di sopravvivere regolarmente nel nostro paese.

Ceesay è fornito di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciatogli nel 2016, ma avendo raggiunto la maggiore età, il decreto sopracitato non gli permette di usufruire dell’accoglienza in un centro per minori.

Così, il ragazzo si è trovato, dall’oggi al domani, ad essere cacciato da uno di questi centri del nostro territorio, perché, appunto scaduti per lui  i termini dei requisiti richiesti dalla legge.

Ceesay non può lavorare legalmente perché non provvisto di carta d’identità e di certificato di residenza e non può avere una casa in affitto perché non lavora e non ha un documento di riconoscimento.

Un circolo vizioso che avrebbe potuto indurre Ceesay a delinquere per sopravvivere e a divenire un “fantasma” come tanti altri ragazzi nelle sue stesse condizioni e che si aggirano nelle campagne del nostro agro marsalese.

Ma, Ceesay è un ragazzo “per bene”.  Ha idee chiare e sogni importanti per il suo futuro.

Frequenta la 3^ media con profitto e desidera, a tutti i costi, prendere la licenza e continuare gli studi.

Oggi Ceesay ha un posto per dormire e una casa dove stare, grazie alla Chiesa Valdese che lo ospita.

Io e mio marito ci stiamo occupando di lui, per i suoi bisogni quotidiani, con il sostegno della nostra piccola comunità pentecostale.

Ceesay è entrato ormai a far parte della nostra vita di tutti i giorni.  Lo ha fatto in punta di piedi, come lo sanno fare tutti i giovani sensibili ed intelligenti come lui.  Ceesay è un ragazzo amabile e rende tutto più facile.  Ha intessuto relazioni importanti con i suoi insegnanti che lo stimano e lo rispettano.  Ha legami forti con i suoi compagni di scuola e con quelli delle altre classi.  È amico di tutti, anche se molto più grande, sia in età che in statura. Per tutti ha un sorriso cordiale e un dono: una semplice barchetta di carta!  Forse il simbolo della sua libertà acquisita con tanto coraggio e tanta determinazione.

Non permettiamo che i sogni di Ceesay svaniscano fra i meandri di una legge che lede la dignità delle persone e che non può offrire sicurezza ai cittadini, anzi alimenta la delinquenza e le opportunità di vandalismo e di lavoro in nero.    

Pina Giacalone Teresi