Non contento di sfruttare, sottopagandoli, alcuni braccianti agricoli romeni, uomini e donne, usava anche violenza sessuale a queste ultime. Palpeggiandole, quasi quotidianamente, nelle “zone erogene”.
Queste le accuse mosse ad un imprenditore agricolo di Strasatti, Giuseppe Bilardello, di 67 anni, che davanti al gip Francesco Parrinello ha patteggiato una condanna a un anno e 10 mesi di reclusione.
Secondo l’accusa, i braccianti sarebbero stati impiegati nei campi fino a 70 ore a settimana nella coltivazione e raccolta di ortaggi, con una paga giornaliera di 35 euro.
Tre donne, inoltre, sarebbero state spesso palpeggiate nelle zone genitali, ai glutei e al seno. Sia da sopra che sotto i vestiti. Ad una di loro, poi, l’imprenditore agricolo avrebbe proposto la regolarizzazione lavorativa in cambio di prestazioni sessuali.
I fatti contestati sarebbero stati commessi a Marsala e nel vicino Comune di Petrosino tra settembre 2016 e agosto 2017. A far scattare il procedimento penale è stato un controllo dell’Ispettorato del lavoro. Cinque (due uomini e tre donne) i braccianti individuati come vittime. Due di loro, un uomo e una donna, si sono costituiti parte civile. Ad assisterli sono stati gli avvocati Ottavio Brocato ed Elisa Demma, che dopo la condanna di Bilardello hanno commentato: “Questa sentenza rende giustizia ai nostri clienti, Tocitu Adrian e Zecheru Elena, che per tanto tempo sono stati costretti ad accettare condizioni di lavoro inumane e paghe inferiori alla metà del dovuto”. Altro legale di parte civile è stato Francesco La Vela. A difendere Giuseppe Bilardello è stato, invece, l’avvocato Giovanni Galfano, che si è dichiarato tutto sommato “soddisfatto”, considerata la gravità delle accuse e che il suo assistito rischiava fino a otto anni di reclusione. Insomma, patteggiando gli è finita bene.