E' in corso in Questura a Trapani la conferenza stampa sull'arresto dell'uomo di Pantelleria, Roberto Sparacio, autore della penna Usb esplosa in Procura a Trapani. Ecco cosa racconta il Capo della Mobile, Fabrizio Mustaro (nella foto).
La penna Usb fu inviata in maniera anonima ad un'avvocatessa di Trapani, Monica Maragno, che, insospettita, la girò all'Ordine degli Avvocati. Dall'ordine partì l'esposto, e poi la penna Usb esplose, ferendo gravemente un agente, non appena collegata al pc.
Un soggetto pericoloso, determinato, preparato. Sparacio è ingegnere informatico, e collabora stabilmente con l'Università di Palermo.
Tutto nasce da una causa civile per un debito dell'arrestato: il padre, morendo, aveva lasciato diversi creditori, tra cui un cliente dell'avvocato Maragno .Sparacio, in maniera spregiudicata, cerca di fare desistere tutti gli avvocati coinvolti nelle diverse azioni civili.
Il pen drive esploso conteneva 5 grammi di polvere pirica. Un lavoro artigianale, fatto in modo da causare un'esplosione comunque violenta. La stessa dinamica accade a Palermo nel mese di Luglio scorso, quando Sparacio confeziona un altro pen drive, questa volta con obiettivo una persona che aveva comprato all'asta un appartamento della famiglia Sparacio.
Anche qui Sparacio invia una busta anonima con una pen drive al pub dove lavorava l'acquirente. Un ragazzo trova la busta, attacca la pen drive al pc e ci rimette due dita. Da questo episodio i poliziotti capiscono che la tecnica è la stessa, e collegano gli episodi di Palermo e Trapani e capiscono il movente.
Stessa cosa accade per alcuni operai che lavoravano per Sparacio e che volevano fare causa per alcuni stipendi non pagati. Dopo qualche giorno dalla comunicazione a Sparacio di voler fare vertenza, rimangono gravemente ustionati.
Per arrivare a Sparacio è stato utilizzato anche un agente sotto copertura del Servizio Centrale Operativo. Sparacio, infatti, aveva messo in vendita su Subito.it due manuali di chimica e un manuale per la realizzazione di materiale esplosivo (in inglese). L'agente acquista i libri, e nel pacco Sparacio manda pure il materiale necessario per creare esplosivi. Costo: 250 euro. Tra l'altro Sparacio voleva inviare le fotocopie, anzichè gli originali e l'agente ha dovuto insistere nella trattativa...
Tra gli altri particolari emersi: Sparacio aveva picchiato nel suo studio un avvocato palermitano, reo, secondo lui, di non averlo rappresentato bene.
Non solo: Sparacio non escludeva di reclutare nel deep web dei killer per fare fuori i suoi creditori. Questo emerge da un'intercettazione. In un'altra intercettazione, Sparacio, parlando da solo a voce alta, ammette di aver confezionato le pen drive, anche se la cosa, dice, "mi è sfuggita di mano".