E’ stata confermata in appello la condanna a due mesi di reclusione (pena sospesa) subita, nel settembre 2017, per minaccia grave, da Angelo Di Girolamo, 55 anni, marsalese, noto per la sua attività di sindacalista (presidente de “La Nuova Tutela del Cittadino”).
In primo grado, ad infliggere la condanna era stato il giudice monocratico Vito Marcello Saladino, che lo ha assolto dall’accusa di ingiuria perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato penale.
“Se vengo lì ti ammazzo, tu non sai con chi ti sei messo, buffone, cosa inutile” avrebbe detto Di Girolamo ad un uomo di Petrosino, Diego Lombardo, di 62 anni. Il giudice Saladino condannò Di Girolamo anche al pagamento delle spese processuali, nonché al risarcimento dei danni alla parte civile (Lombardo), rappresentata dall’avvocato Ignazio Bilardello.
Legale di Di Girolamo è stato, invece, Melchiorre Palermo. La vicenda si inquadra in una lite tra Di Girolamo e Lombardo per la compravendita di un’auto (Bmw X5). Auto che il primo avrebbe comprato dal secondo, intestandola, secondo l’accusa, alla suocera, Pietra Giacalone, di 83 anni, mazarese, e non pagando il prezzo pattuito. Quest’ultimo “dettaglio” sarebbe stato il motivo della controversia. I fatti contestati si sarebbero svolti tra gennaio e maggio 2012. Il 10 dicembre 2012, poi, Pietra Giacalone presentò ai carabinieri una denuncia con cui affermava di avere smarrito accidentalmente il libretto di proprietà dell’auto comprata alcuni mesi prima. E per questo motivo l’anziana donna è stata condannata, sia in primo che in secondo grado, a tre mesi di reclusione per il reato di falso ideologico commesso da privato (anche per lei pena sospesa). Come si legge, infatti, nel decreto di citazione a giudizio, il libretto dell’auto era rimasto in possesso di Diego Lombardo, che molto probabilmente attendeva di essere pagato per consegnarlo a chi aveva comprato la sua Bmw.