“Il fatto non sussiste”. Con questa formula il giudice monocratico ha assolto un marsalese di 52 anni, B.L., accusato di minaccia grave in danno di una donna, G.E.R., di 29 anni, che aveva dichiarato che l’uomo, impugnando un bastone, aveva minacciato di picchiarla se non spostava l’auto dal posto in cui l’aveva parcheggiata.
E cioè nello stallo riservato a un giovane disabile, nipote dell’uomo accusato di avere minacciato la donna. Teatro dei fatti e un “chiano” comune di una contrada del versante sud marsalese.
Un chiano, dove, per altro, abitano solo due famiglie. Quella del portatore di handicap e quella di chi gli nega il diritto al parcheggio. Eppure, a quanto pare, nello spazio comune ci sarebbe spazio per tutti. Ma per dispetto, qualcuno ha persino divelto il cartello che indica lo spazio riservato al parcheggio del giovane disabili. Tra i due nuclei familiari, quindi, tensione alle stelle. Tensioni sfociate nel processo che ha visto imputato, per minaccia grave, lo zio del giovane disabile. In Tribunale, però, l’avvocato Vincenzo Forti e il suo collega Gianluca Blunda riescono a smontare l’accusa, secondo cui l’uomo avrebbe detto alla donna che l’avrebbe picchiata e che avrebbe distrutto la sua autovettura “se non l’avesse spostata”. B.L., inoltre, sempre secondo l’accusa, dopo avere minacciato di picchiato la donna, si sarebbe mosso verso di lei impugnando un bastone. Nel corso del processo, però, l’avvocato Vincenzo Forti ha affermato che non c’era alcuna prova di quanto affermato dalla donna. Alla fine del dibattimento, quindi, B.L. è stato assolto dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala con la formula “perché il fatto non sussiste”. Dopo la sentenza, l’avvocato Forti ha espresso la sua “soddisfazione”, non nascondendo il suo stupore per l’atteggiamento della famiglia che abita di fronte al disabile.