Nuovo salvataggio nel Mediterraneo da parte della ong Sea Watch: "Il nostro equipaggio ha da poco concluso il soccorso di 52 persone da un gommone al largo della Libia, a circa 47 miglia di Zawiya - scrive l'organizzaione umanitaria su Twitter - Questa mattina, alle 9.53, L'aereo di ricognizione Colibri aveva avvistato l'imbarcazione, informando le autorità competenti e la nave". Nel pomeriggio Sea Watch ha precisato di aver soccorso 53 persone, una in più.
La cosidetta guardia costiera libica - si legge in un altro tweet - successivamente comunicava di aver assunto il coordinamento del caso. Giunti sulla scena, priva di alcun assetto di soccorso, abbiamo proceduto al salvataggio come il diritto internazionale impone. I naufraghi sono ora a bordo della Sea Watch". A bordo anche nove donne e tre bambini molto piccoli, la nave è ora nell'area di soccorso cioè la Sar libica, in attesa di indicazioni.
Sono almeno 1.151 le persone, uomini, donne e bambini, morte in mare in un anno: lo scrivono Medici senza frontiere e Sos Mediterranee. E un anno è proprio il periodo passato dall'annuncio del governo italiano di chiudere i propri porti alle navi umanitarie. Per le due organizzazioni, che ricordano anche che oltre 10.000 persone sono state riportate forzatamente in Libia ed esposte ad ulteriori ed inutili sofferenze, bisogna garantire con urgenza un sistema di ricerca e soccorso in mare adeguato, "compreso un coordinamento delle autorità competenti nel Mar Mediterraneo, per evitare morti inutili". Questa mattina intanto il ministro dell'Interno Salvini ha annunciato che entro metà luglio chiuderà il Cara di Mineo. Nel centro per richiedenti asilo in provincia di Catania attualmente ci sono 152 persone. Il primo giugno 2018, quando Salvini si è insediato al Viminale, gli immigrati presenti nella struttura erano 2.526. Il picco è stato registrato il 7 luglio 2014 con 4.173 ospiti. Nei mesi scorsi sono stati già chiusi quelli di Cona e Bagnoli in Veneto e di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma.