Le prove di politica che ha dato il consiglio comunale di Marsala sono da ascrivere agli annali per come non dovrebbe mai comportarsi un consigliere comunale, che rappresenta la città intera e non personalismi, se stessi o pezzi di maggioranza.
L’approvazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche e il sempre fragile equilibrio in aula ha consegnato scontri che hanno inciso sul modo di intendere il servizio alla collettività.
Le accuse sulle medagliette al petto sono nulla in confronto ai colpi sferrati in faccia, al limite della decenza. Sono stati mesi in cui il dialogo tra la consigliera Linda Licari e il presidente del consiglio Enzo Sturiano corre su un sottile filo di apparente calma, in una delle ultime
sedute consiliari sono ritornati a colpirsi.
La Licari lo accusa di fare campagna elettorale con i soldi messi per il recupero della chiesa di Baronazzo Amafi e Sturiano contro attacca parlando di “Carrettini”. Il riferimento è ad una festa organizzata nella zona della contrada di residenza della Licari dove c’è stata, tra le altre cose, una sfilata di carretti siciliani con tanto di cavallo.
Ogni momento è buono per consumare uno scontro innanzi la città. Le acredini tra i due sono di vecchia data, la Licari qualche mese fa ha attaccato il presidente dell’aula tacciandolo di tenere atteggiamenti “mafiosi”. Sturiano ha incassato il colpo più volte, infine ha deciso di agire per vie legali, non in sede penale ma in sede civile con una richiesta di risarcimento danni.
Nell’ultima conferenza stampa che l’ufficio di presidenza ha tenuto per chiarire le ragioni del voto al Piano Triennale, su nostra domanda, Sturiano ha confermato. L’azione civile presentata è a tutela del ruolo che ricopre, ma anche della sua persona e della famiglia. Pare che ci sia un altro consigliere pronto ad adire le vie legali, si tratta di Giovanni Sinacori.
L’accusatrice è sempre la stessa consigliera Linda Licari. Questa volta prima di votare il Piano ha accusato Sinacori e il gruppo consiliare che rappresenta con il capogruppo Flavio Coppola, Iniziativa Democratica Popolare, di essersi “Spartiti il porco”. La frase è poco elegante ma rende il concetto di spartizione, senza buttare via nulla, che in politica rasenta l’illazione, perché fa pensare ad interessi tutelati che vanno ben oltre quello della città.
Sinacori si è infuriato in aula, ha bacchettato pesantemente la collega e ad oggi riflette se agire o meno. Al di là delle azioni legali quello che deve fare riflettere è il costante dubbio che assale alcuni consiglieri su chi possa rappresentare la morale e chi no. Su chi sta dalla
parte della verità, giustizia, etica, legalità e chi no.
Sembra quasi che per taluni ci sia un patentino che li legittimi a dire “siamo quelli buoni e giusti”, tutti gli altri devono costantemente dimostrare la correttezza. Episodi che non nobilitano la politica e nemmeno gli uomini e le donne che con questa vorrebbero avere a che fare.
Il quadro, citando solo due episodi, palesa quello che è Sala delle Lapidi: un campo di battaglia, si colpisce con forza per denigrare chi la pensa in maniera diversa. Screzi destinati ad aumentare per la vicina campagna elettorale.
Rossana Titone