E' sempre critica la situazione al carcere “Pietro Cerulli” di Trapani che vive una costante carenza di agenti di polizia penitenziaria. Una condizione che accomuna molte case circondariali siciliane. Gioacchino Veneziano, segretario della Uil Polizia Penitenziaria di Trapani, protestate da mesi e da giorni avete cominciato uno sciopero della fame.
Ci sono grossi problemi al carcere di Trapani. La polizia penitenziaria si trova sotto organico, non è più in grado di offrire quella sicurezza che le istituzioni dovrebbero garantire. Abbiamo cercato di dialogare con i vertici dell'amministrazione penitenziaria, ritenendo la situazione davvero grave. Quest'anno il personale ha dovuto anche subire una decurtazione delle ferie ed è costretto ad occupare più posti di servizio. La sicurezza viene meno, e in un carcere si rischiano rivolte ed evasione. E' una questione di ordine pubblico e abbiamo interessato il Prefetto di quello che succede. E' stato molto sensibile ad ascoltare le nostre rivendicazioni.
State protestando, ma il Ministero della Giustizia ha dato delle risposte?
Sì. ma non è confacente a quello che noi riteniamo che possa fare per Trapani.
Su 560 detenuti, di cui 100 in regime di alta sicurezza, ci sono soltanto in media 80 poliziotti a turno nel carcere di Trapani. La carenza di organico è evidente.
Infatti abbiamo cominciato lo sciopero della fame per sensibilizzare non solo l'amministrazione centrale ma tutta l'opinione pubblica perchè la polizia penitenziaria si occupa di sicurezza pubblica. Non deve essere un problema sottovalutato, perchè riguarda tutti i cittadini. E' enorme il lavoro che sta svolgendo la polizia penitenziaria perchè con queste condizioni riesce a garantire condizioni di sicurezza. Bisogna evidenziare il grande sacrificio che stanno facendo i colleghi.
Non c'è solo la casa circondariale di Trapani a soffrire la carenza di organico. Anche Favignana ha l'esigenza di avere più personale. Com'è la situazione?
Favignana in questo momento soffre in misura minore solo perchè è un carcere più piccolo e riesce a contenere meno persone. Ma anche qui si registra una forte carenza di organico, il personale sta garantendo la sicurezza in una situazione difficile, anche per la stessa questione geografica per il fatto che ci troviamo in un'isola. Chiusa la fase di Trapani apriremo la vertenza Favignana. In un'isola è tutto più difficile.
Perchè? Ci faccia un esempio.
Un detenuto che sta male di notte non può essere trasportato facilmente in ospedale. Esiste solo la via del mare. Una volta avevamo le nostre motovedette che ci sono state soppresse. Tutto diventa più difficile.
Renato Persico lascia la direzione del carcere di Trapani, al suo posto arriva Teresa Monachino. Il cambio di guardia può portare novità positive, anche se non sono i direttori che assumono personale?
I sindacati non mancheranno l'appoggio al lavoro che farà la dottoressa Monachino. Ovviamente siamo in due parti diverse, la direttrice rappresenta l'amministrazione, noi i lavoratori. Se noi riusciamo a portare un risultato in termini numerici di nuovi agenti al carcere di Trapani aiutiamo l'amministrazione, Il rapporto di collaborazione ci deve essere, distinguendo i ruoli. Qualsiasi nostra azione di protesta deve essere vista come una risposta alle grandi problematiche che vive la casa circondariale.