Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
06/07/2019 06:00:00

Come litiga la Lega in Sicilia!

 La Lega in Sicilia litiga, segue una strategia diversa rispetto al leader nazionale, nonostante dicano che siano sulla stessa ed unica voce di Matteo Salvini.

Il commissario regionale, Stefano Candiani, ha manifestato più di una perplessità circa la gestione polemica siciliana, cercando di dare un nuovo assetto con la nomina dei commissari provinciali e passando all’attacco del governo Musumeci.
Niente mercato delle vacche, niente cambi di casacca.
Il pulpito, però, dal quale proviene la predica non è pulito.
In barca i leghisti, pur di accaparrare voti, hanno fatto salire chiunque. Ci sono ex forzisti, ex An,ex socialisti e qualcuno di sinistra. La prima giacca, insomma, indossata non è certamente quella del Carroccio. Si può sempre cambiare posizione e linea politica, è legittimo, ma puntare il dito e dire che si è contrari ai cambi è come mozzarsi le gambe.
La Lega rappresenta il partito più trasformista del Paese e nel Sud ha poi cambiato connotazione e faccia di volta in volta. Da terroni al volemose bene è stato un soffio.
È la politica di chi non deve più, almeno per ora, fare i conti con la raccolta del consenso. I leghisti non lo dichiarano apertamente ma la lista per le europee è stata trascinata dallo stesso Salvini, l’uomo riempie le piazze e le urne quando c’è in prima persona, fa flop quando si affida a uomini del territorio, come le sconfitte per le amministrative hanno dimostrato.
Distanza dal governo Musumeci, nessun inciucio, dice Candiani, espelle il deputato regionale Tony Rizzotto per avere aderito al gruppo “Ora Sicilia” dove, tra gli altri, c’è anche Luigi Genovese.
Candiani ignora il filo diretto che lo stesso Musumeci e l’assessore Ruggero Razza hanno con Salvini, bypassando quelli che sono i vertici regionali del partito. Lo stesso commissario leghista dice di volere stare lontano da Gianfranco Miccichè e da Forza Italia, lo dimostri allora. Perché l’asse tra Salvini e Silvio Berlusconi non è mai venuto meno, sono i naturali alleati per le prossime nazionali, e questo Miccichè lo sa bene, tanto da avere scelto, adesso, un profilo più soft.
Insomma, i leghisti raccontano la trama di un film che sullo schermo segue scene diverse.
In provincia di Trapani la guida del partito è stata affidata a Bartolo Giglio, che ha iniziato il suo percorso dentro la Lega per le amministrative di Trapani nel 2018. Restano i due commissari regionali: Igor Gelarda per la Sicilia occidentale e Fabio Cantarella per quella orientale, restano anche le faide interne. Le due deputate europee elette, Francesca Donato e Annalisa Tardino, non gradiscono la figura di Gelarda. Il partito si appresta a vivere una fase nuova da un punto di vista delle fazioni e dei litigi.
Nominato anche un responsabile regionale per l’organizzazione del partito, si tratta di Massimo Gionfriddo, Massimo Rosselli è il responsabile tesseramento e Saverio Cuci il tesoriere.
I commissari delle altre province sono: a Caltanissetta Oscar Aiello, a Palermo Triolo, Giuseppe Savoca a Enna, Leandro a Siracusa, per Messina c’è Francilia, Rosselli per Agrigento, Carrà a Catania, Cantarella per Ragusa.